“Secondo le ultime proiezioni Istat, nel 2065 gli anziani in Italia passeranno da 12 a 20 milioni. Sono stime che devono indurre a una riflessione sugli attuali modelli di welfare che rischiano di non reggere a questo boom demografico della popolazione over 65. La legge sull’affido degli anziani che mercoledì prossimo verrà discussa in Consiglio regionale in Veneto – sostenuta, tra gli altri, dall’Udc- rappresenta una norma di civiltà. Ora è arrivato il momento che tale modello venga utilizzato a livello nazionale”. Lo afferma il vicesegretario vicario Udc Antonio De Poli che commenta così la legge sull’istituto dell’affido a favore di anziani o altre persone a rischio o in condizione di disagio sociale. La legge è stata approvata lo scorso 15 gennaio in Commissione Sanità e mercoledì approderà in Aula a Palazzo Ferro Fini, a Venezia. “Vista la sempre più alta incidenza degli anziani sul totale della popolazione, si impone la necessità di una nuova risposta a livello legislativo”, spiega De Poli che è autore a Palazzo Madama di una proposta di legge sull’affido per gli anziani. Da qui nasce l’idea dell’affido, “uno strumento che però intende non sostituirsi ma affiancarsi a quelli già esistenti” come il ricovero dell’anziano in strutture residenziali. Sono tre le forme di affido previste: A) Il piccolo affido consiste nelle prestazioni di aiuto necessarie per favorire l’autonomia della persona ancora capace di autogestirsi. Si tratta di una forma di aiuto gratuita; B) l’affido di supporto che richiede un contributo più consistente nell’assistenza e cura della persona ancora in grado di vivere da sola; C) l’affido in convivenza prevede l’accoglienza presso l’affidatario nel caso cui la persona non possa o non voglia vivere da solo; “Si tratta di diffondere – conclude De Poli – un nuovo modello culturale di assistenza. La mia proposta di legge prevede, infatti, iniziative di sensibilizzazione oltre che corsi di formazione per i soggetti destinati ad assumere la funzione di affidatari. Sempre più spesso, in Italia, le famiglie, con maggiore fatica, riescono a sostenere le necessità di anziani e persone non autosufficienti. Questo è uno strumento in più a sostegno delle famiglie”. (9Colonne)
Febbraio 16, 2015