Sostenibilità, attenzione alla salute e integrazione sociale, i temi da sviluppare per la società italiana, sempre più anziana.
L’Italia non è un paese per vecchi. Eppure, nei prossimi decenni il mondo sarà popolato prevalentemente da anziani. Secondo i dati emersi oggi nel corso dell’incontro “Invecchiamento in salute e silver economy” nel 2050, le persone ultrasessantenni supereranno i nuovi nati. “E’ necessario attivare politiche e programmi che tengano conto della fascia di popolazione più fragile – ha dichiarato Michele Conversano Presidente HappyAgeing l’Alleanza per l’invecchiamento attivo, nel corso dell’incontro organizzato oggi al Senato dall’Intergruppo parlamentare per l’Invecchiamento attivo – e stimolare l’azione di governo mettendo in campo iniziative pubbliche a favore degli anziani: è questo il primo obiettivo dell’Integruppo Parlamentare sull’invecchiamento attivo, al quale HappyAgeing vuole dare un aiuto concreto, come già avvenuto per l’inserimento dei vaccini per gli anziani nei LEA”.
Ad oggi, oltre 13 milioni di Italiani (più di una persona su cinque) ha un’età superiore ai 65 anni, e, secondo le previsioni, nel 2040 circa un individuo su tre sarà over 65. E già nel 2030 gli anziani saranno il circa 26,6%.
“E’ quanto mai opportuna una legge quadro, che prenda in considerazione in maniera interdisciplinare una tematica di grandissima attualità e che rappresenta il futuro della nostra società, in parte già il presente” spiega il senatore Lucio Romano, coordinatore, insieme alla deputata Vittoria D’Incecco, dell’intergruppo parlamentare sull’ invecchiamento attivo. L’invecchiamento non va inteso come minus, da cui la marginalizzazione, ma una ricchezza a livello sociale da tesaurizzare per competenze e partecipazione attiva. Bisogna invertire una cultura imperante che isola quelle realtà sociali che si ritengono improduttive o quelle che per utilizzare una terminologia attuale sono definite scarto”.
Gli over 50 i più ricercati dalle aziende
Ad affrontare il tema della silver economy, anziani e produttività è intervenuto l’onorevole Carlo Dell’Aringa, economista, che ha sottolineato come, a differenza di quanto si creda, l’anzianità non diminuisca la produttività. “Secondo gli ultimi dati ISTAT – ha dichiarato Dell’Aringa – nell’ultimo anno, si è verificato un aumento molto consistente dell’occupazione proprio nella fascia d’età over cinquanta, con oltre 410 mila nuovi assunti. Dato in controtendenza rispetto a quanto accaduto per la fascia media e per i più giovani, per i quali si registra una diminuzione di 150mila posti di lavoro. Questi dati – ha commentato Dell’Aringa – dimostrano quanto gli adulti e anziani costituiscano un patrimonio di esperienza, competenza, affidabilità e senso d’identità aziendale, doti necessarie alle aziende e alla produttività.”
Salute nell’anziano – Parola d’ordine: prevenzione
“La vera barriera contro invecchiamento sono la salute e l’attività fisica. – dichiara l’onorevole Vittoria D’Incecco coordinatrice dell’Intergruppo e medico di famiglia – Quando l’età cresce, il rischio di malattie aumenta, quindi dobbiamo agire sulla prevenzione. L’esercizio fisico ricopre un ruolo fondamentale, contribuisce a diminuire l’incidenza di malattie coronariche, diabete, ictus, cancro al seno, a rinforzare le ossa, a prevenire infortuni e a ridurre l’Alzheimer. Le cellule staminali, che diminuiscono con l’età, si rigenerano con l’attività fisica. Con una sola ora e mezzo di esercizio aerobico alla settimana, si prevengono circa 40 malattie croniche e il pericolo di ammalarsi di Alzheimer diminuisce del 50% e questo vale per tutte le età ma soprattutto nell’anziano.”