Le corrette abitudini alimentari possono favorire l’invecchiamento attivo e in salute. In particolare, la chiave verso questo risultato potrebbe essere rappresenta dalla “restrizione calorica”. Lo afferma uno studio del National institute of Health statunitense pubblicato dal Journal of Gerontology: Medical Sciences, secondo cui i risultati sono inferiori a quelli visti nelle cavie di laboratorio, ma comunque apprezzabili. Negli esperimenti sugli animali gli effetti sull’aspettativa di vita della riduzione delle calorie si sono visti iniziando la dieta in giovane età, un esperimento che negli uomini richiederebbe anni. Per verificare se ci sono effetti misurabili più a breve termine i ricercatori hanno selezionato 218 persone giovani o di mezza età sottoponendoli per due anni a una dieta che riduceva il peso del 15,5% nel primo anno, con una restrizione calorica di circa il 12%, mantenendolo poi costante per il secondo. Contrariamente a quanto visto sugli animali, scrivono gli autori, non si sono avuti né un rallentamento del metabolismo né una variazione della temperatura corporea, ma la restrizione calorica ha avuto comunque effetti apprezzabili su molti parametri che sono legati alla longevità. Durante il monitoraggio dei parametri biologici si è registrato anche un calo del colesterolo e una minore attività dell’anticorpo tiroideo T3.