Gli esperti avvertono: vaccinazioni anche per adulti e anziani, non solo per i bambini
Un progetto, il primo, di linee guida internazionali per le vaccinazioni raccomandate negli adulti e negli anziani e per gli operatori sanitari che, senza essere direttamente coinvolti nelle pratiche di vaccinazione, curano pazienti ad alto rischio come cardiologi, nefrologi e pneumologi. Di questo si è occupato il Gruppo di lavoro Escmid (European society of clinical microbiology and infectious diseases) coordinato Susanna Esposito durante il 24° Eccmid, l’European congress of clinical microbiology and infectious diseases, che si è svolto a Barcellona nei giorni scorsi,
Rispetto al passato, nei Paesi industrializzati oggi si vive di più e meglio. In Europa la durata media di vita è di 78 anni: si calcola che la percentuale delle persone di oltre 65 anni di età che nel 1990 era del 13%, aumentando fino al 17,4% nel 2010, raggiungerà il 30% della popolazione totale entro il 2060. Il rapido invecchiamento della popolazione comporterà, però, un aumento inevitabile dei disturbi e delle patologie legate all’età come malattie cardiovascolari, demenza, tumori, diabete e obesità e proprio le persone anziane rappresentano la fascia più a rischio per l’insorgenza di numerose malattie infettive prevenibili con vaccini.
«In questi ultimi anni, il tasso di invecchiamento della popolazione nei Paesi industrializzati – sottolinea Esposito, direttore dell’Unità di Pediatria ad alta intensità di cura, Fondazione Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – risulta molto alto e in particolare in Italia è il più intenso e veloce, come confermato anche dall’Oms. Definire nuove linee guida condivise per le vaccinazioni nei pazienti adulti e della terza età, senza che vi siano più differenze nelle raccomandazioni tra Paese e Paese, è l’obiettivo del nostro gruppo di lavoro».
Infatti, sottolinea Esposito, nonostante la disponibilità di vaccini sicuri ed efficaci, negli ultimi anni abbiamo assistito al diffondersi di nuove epidemie di morbillo, al riemergere della pertosse, all’aumento dell’incidenza di infezioni pneumococciche anche negli adulti e negli anziani e, in generale, nei soggetti a rischio per motivi di età, condizioni medico-sanitarie, viaggi internazionali o, come nel caso degli operatori sanitari, a causa dell’ambiente di lavoro. «Per questi motivi – precisa Esposito – riteniamo che un nuovo approccio alla prevenzione e al controllo di alcune malattie prevenibili da vaccino in età adulta possa migliorare ulteriormente la salute generale nella popolazione dei Paesi occidentali».
Per adulti e anziani. Tra le vaccinazioni raccomandate negli adulti e negli anziani sulla base del loro stato di salute, il Gruppo di lavoro Escmid indica tetano e difterite (ricordarsi che i richiami vanno effettuati ogni dieci anni); pertosse (per gli adulti a contatto con bambini di età inferiore ai 12 mesi e per gli operatori sanitari); morbillo, parotite e rosolia (per gli adulti non vaccinati che non abbiano mai contratto tali malattie e per gli adulti che abbiano ricevuto una sola dose di vaccino); varicella (per gli adulti sani che non abbiano mai contratto questa malattia, in particolare gli operatori sanitari, donne in età fertile non in gravidanza, persone spesso a contatto con bambini e viaggiatori internazionali);papillomavirus umano (Hpv; per le donne fino all’età di 26 anni; in alcuni Paesi il vaccino Hpv è raccomandato anche negli uomini della stessa età); influenza (nei Paesi europei sono raccomandate vaccinazioni annuali per i soggetti a rischio inclusi gli operatori sanitari e per gli anziani; negli Stati Uniti la vaccinazione annuale è raccomandata anche per gli adulti sani senza fattori di rischio); pneumococco (per i soggetti a rischio di età maggiore ai 19 anni e per gli anziani); meningococco (per i soggetti a rischio e i viaggiatori internazionali); herpes zoster (detto anche Fuoco di Sant’Antonio, negli Stati Uniti e nell’Ue è stato approvato un vaccino per gli adulti dai 50 anni in su).
I viaggi internazionali. Il Gruppo di lavoro Escmid sta dedicando, inoltre, un’attenzione particolare alle vaccinazioni per i viaggiatori internazionali, anche perchè il numero di anziani che effettua viaggi internazionali è in continua crescita.
In generale, quando si parla di profilassi vaccinale pre-viaggio si considerano tre tipi di vaccinazioni: obbligatorie, richieste a un viaggiatore, tramite certificato scritto, prima di entrare in un Paese; raccomandate, consigliate a un viaggiatore verso un determinato Paese sulla base di una valutazione dei rischi di contrarre determinate malattie infettive; di “routine”, quelle che prevengono specifiche malattie che continuano a causare epidemie nei Paesi sviluppati e in quelli cosiddetti in via di sviluppo.
«Quando si decide di organizzare un viaggio in un Paese a elevato rischio sanitario è sempre bene programmarlo con largo anticipo – raccomanda Esposito – rivolgendosi al personale sanitario specializzato nella prevenzione delle malattie infettive: è molto importante una accurata consultazione pre-viaggio sulle cosiddette malattie del viaggiatore e un’attenta analisi dello stato di salute del viaggiatore stesso».