Dott.ssa Maria Domenica Pedone (Treviso): “Lo pneumococco può essere causa di polmoniti, bronco-polmoniti o meningiti gravi, specialmente nel paziente anziano”
Le persone più anziane e gli individui delle categorie fragili devono pensare a proteggersi da altre patologie, di origine virale o batterica, che potrebbero minare la loro salute. Fra di esse anche le affezioni dell’apparato respiratorio provocate dallo Streptococcus Pneumoniae.
Ad aiutarci a comprendere meglio che tipo di organismo sia lo Streptococcus Pneumoniae e quali danni sia in grado di produrre all’organismo è la dott.ssa Maria Domenica Pedone, Responsabile dell’U.O.S. Servizio Gestione e Promozione delle Vaccinazioni presso il Dipartimento di Prevenzione dell’ULSS 2 Marca Trevigiana.
“Meglio conosciuto come pneumococco, lo Streptococcus Pneumoniae è un batterio ampiamente diffuso che sopravvive senza causare sintomi nel tratto respiratorio superiore (quindi nel naso e nella gola, n.d.r.) di circa il 5-10% degli adulti e fino al 70% dei bambini”, precisa. “Purtroppo, in svariati casi può rendersi responsabile dell’insorgenza di bronchiti, sinusiti, congiuntiviti e anche di otiti. Nel bambino, ad esempio, è la causa più frequente dell’otite purulenta. Ma nei casi più gravi lo pneumococco è causa di polmoniti, bronco-polmoniti, meningiti e sepsi”.
L’esame colturale è fondamentale per riconoscere la presenza del batterio – soprattutto, è importante discriminare l’infezione da streptococchi da quella dovuta a stafilococchi, al fine di somministrare presto la terapia più adatta – ma ancor più saggio è prevenire la malattia con la vaccinazione antipneumococcica .
“Il vaccino viene offerto in forma gratuita ai bambini fino ai 5 anni e a tutte le persone al di sopra dei 65 anni di età”, spiega la dott.ssa Pedone, che fa anche parte dell’U.O.C. Servizio Igiene e Sanità Pubblica dell’ULSS 2 Marca Trevigiana. “Inoltre, la vaccinazione viene offerta gratuitamente a tutte le persone immunocompromesse (in seguito a determinate patologie o per la necessaria assunzione di terapie oncologiche, n.d.r.), a quanti hanno subito l’asportazione della milza, o in presenza di cardiopatie, malattie del fegato, insufficienza renale, malattie del sangue e malattie croniche quali il diabete”.
Non è controindicato richiedere la vaccinazione contro lo pneumococco nello stesso periodo di quella contro l’influenza, anzi l’arrivo della stagione fredda può rappresentare un incentivo in più alla protezione dalle gravi polmoniti suscitate dallo pneumococco.
“Esistono più di 90 diversi siereotipi di pneumococco però la malattia più grave è provocata da circa 10 di essi”, prosegue Pedone. “Attualmente, i vaccini a disposizione della popolazione sono di due tipi: uno glicoconiugato, che protegge da 13 sierotipi, tra cui anche quelli più aggressivi, responsabili delle più severe patologie infettive, e uno polisaccaridico, che contiene 23 sierotipi ma che non ha la possibilità di generare una memoria immunologia: la risposta anticorpale con questo tipo di vaccino dura al massimo 5-10 anni”. In questi anni l’offerta del Servizio Sanitario Nazionale ha previsto per tutte le persone al compimento del 65esimo anno d’età la vaccinazione gratuita con il vaccino coniugato 13-valente (PCV-13) seguita da una dose del vaccino polisaccardico 23-valente (PPV-23). “Alcune Regioni, come il Veneto, sono state solerti nel proporre la vaccinazione sequenziale per aumentare lo spettro di protezione nei confronti delle malattie da pneumococco”, precisa ancora Pedone. “Essa viene proposta a tutti, specialmente agli individui immunodepressi o agli splenectomizzati (a cui è stata rimossa la milza, n.d.r.). Inevitabilmente, l’arrivo del COVID-19 ha reso difficile mantenere la continuità, specie in alcune aree del nostro Paese, ma oggi la situazione è decisamente migliorata”.
“Sono in arrivo due nuovi vaccini contro lo pneumococco”, conclude Pedone. “Si tratta di vaccini coniugati, uno 15-valente e uno 20-valente. Per ora hanno solamente ottenuto la registrazione all’uso ma non sono ancora entrati nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale. Tuttavia, nei prossimi mesi potrebbero sostituire l’attuale vaccino 13-valente, superando probabilmente anche la necessità della vaccinazione sequenziale”.
A cura di Enrico Orzes