“Anziani e disabili maltrattati nelle case di cura, bambini picchiati a scuola: i recenti fatti di cronaca rendono evidente quanto una solida professionalità della figura dell’educatore sia centrale per evitare che simili episodi possano ripetersi. È arrivato il momento di mettere ordine per porre fine all’incertezza dell’identità nelle figure professionali degli educatori e dei pedagogisti: alla Camera è pronta una proposta di legge, a mia prima firma, per voltare finalmente pagina”. Lo ha spiegato in una nota la deputata del Partito democratico e responsabile nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vanna Iori. “Educatori non ci si improvvisa perché la scarsa preparazione produce comportamenti e atteggiamenti deleteri in tutti gli ambiti sociali, educativi e sanitari dove e’ invece necessario un alto profilo professionale”, spiega la docente universitaria eletta in Emilia-Romagna. “Gli educatori e i pedagogisti in Italia sono oltre 100mila: rappresentano una galassia variegata e fragile, una giungla di titoli e ambiti lavorativi che comprende al suo interno anche ingiustizie e disparità. Con questa legge entrerà in vigore l’obbligatorietà della laurea per accedere alle professioni educative e, per tutelare anche chi sta già svolgendo un eccellente lavoro senza titolo, si prevede un tempo e un percorso privilegiato per conseguire la laurea, riconoscendo il lavoro svolto come credito formativo”, aggiunge Iori. “La legge, inoltre, permetterà di ampliare gli sbocchi occupazionali, dall’ambito socio-sanitario alla scuola, indicando in modo chiaro i servizi, le organizzazioni e gli istituti dove esercitare l’attività professionale”, prosegue.”Questa legge valorizzerà il lavoro educativo, riconoscendo alle professioni di questo ambito una dignità scientifica e professionale, per un decisivo miglioramenti della qualità dei servizi per anziani, disabili, minori, carcerati e tanti altri”.
Negli scorsi giorni abbiamo denunciati alcuni scandali che si sono registrati all’interno di strutture in cui erano ospiti anziani e disabili. La normativa che regola residenze assistenziali e case di cura è ancora confusa e diversa tra le varie Regioni. Un’eventuale armonizzazione avrebbe indubbi benefici sulla qualità della vita degli anziani.