Gli anziani avrebbero bisogno di due vaccini per aumentare l’efficacia dell’immunizzazione contro lo pneumococco. Questo il parere dell’Advisory Committee on Immunization Practices (ACIP), organo che svolge un ruolo consultivo per i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi. Le nuove raccomandazioni sono state pubblicate sulla rivista Annals of Internal Medicine. Il Comitato ha raccomandato per gli anziani la somministrazione di due vaccini: vaccino pneumococcico coniugato a 13 componenti e vaccino pneumococcico polisaccaridico a 23 componenti. Il primo protegge contro 13 tipi di batteri pneumococco e il secondo contro 23 pneumococco. Dal momento che i due vaccini funzionano in modo diverso, secondo l’ACIP, la somministrazione in sequenza di entrambi offrirebbe una protezione più ampia. Per gli adulti più anziani, il vaccino a 13 componenti viene generalmente somministrato, seguito da quello a 23 componenti. Se qualcuno ha già ricevuto il vaccino a 23 componenti gli può essere somministrato quello a 13, secondo l’editoriale, 12 mesi più tardi. Questa protezione è particolarmente importante per gli anziani perché sono molto più vulnerabili alle infezioni gravi. Il rischio di malattia pneumococcica invasiva negli anziani è quasi 10 volte quello dei giovani adulti. Secondo la Fondazione Nazionale di Malattie Infettive (NFID), circa 1 milione di americani adulti contraggono una polmonite pneumococcica ogni anno. Ben il 7 per cento muore a causa di queste infezioni. Nel caso della meningite pneumococcica o della sepsi, anche se un numero inferiore di persone le contrae, il tasso di mortalità è più alto – il 10 per cento o più. Nel complesso, la polmonite da pneumococco, la meningite e le infezioni del sangue sono responsabili di 18.000 decessi di adulti ultrasessantacinquenni, secondo la NFID. La malattia da pneumococco è anche responsabile di gravi malattie e complicazioni tra cui problemi cardiaci, perdita dell’udito, convulsioni, cecità e paralisi.
Febbraio 20, 2015