Aiutare gli anziani a sentirsi meno soli e ad essere meno isolati – magari anche solo con telefonate o visite domiciliari periodiche o con programmi a favore della vita comunitaria – potrebbe ridurre le visite mediche cui essi si sottopongono e anche quindi eventuali costi e prestazioni sanitarie impropri. Infatti uno studio condotto presso la University of Georgia, College of Public Health e pubblicato sull’American Journal of Public Health mostra che gli anziani che si sentono cronicamente soli vanno più spesso dal medico a farsi visitare. “Che la solitudine possa avere un ruolo negativo nella percezione di segni e sintomi di malattia da parte dell’anziano non c’è dubbio – commenta il presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Nicola Ferrara – ed è credibile che il paziente si rivolga a chi gli sta più vicino che – se non ha parenti stretti – è spesso il proprio medico. Quando ciò si verifica la conseguenza è una prestazione sanitaria potenzialmente impropria che non risponde alle reale esigenze di salute del paziente e che potrebbe portare a eccesso di medicalizzazione con prescrizioni di esami e farmaci inutili”. Molti recenti studi hanno dimostrato che la solitudine – vera che sia o anche solo percepita dall’individuo – nuoce alla salute. Sicuramente, quindi, un anziano solo potrebbe avere realmente più problemi di salute e quindi, per questo, rivolgersi più di frequente al proprio medico. Ma i ricercatori Usa hanno anche voluto vedere se la solitudine in sé possa spingere l’anziano nello studio medico anche senza un reale motivo di salute, per esempio anche solo come scusa per avere un contatto umano. Per verificare questa ipotesi gli esperti hanno coinvolto oltre 3500 anziani e in due anni differenti (2008 e 2012) determinato con questionari ad hoc l”’indice di solitudine” di ciascuno. I ricercatori hanno confrontato i risultati dell’indice di solitudine col numero di visite mediche dell’anziano e visto che gli anziani che dichiaravano di sentirsi più soli e in modo cronico (cioè sia nel 2008 sia nel 2012) avevano preso un maggior numero di appuntamenti presso il proprio medico nel corso di ciascun anno. Quindi molte di queste visite possono essere state mosse dal mero bisogno di un contatto umano da parte dell’anziano, per cui “ben vengano tutti i programmi di socializzazione o di coinvolgimento dell’anziano in attività socialmente utili – conclude Ferrara – che fanno sentire meglio l’anziano producendo effetti positivi sulla sua salute, evitano eccesso di medicalizzazione” e da ultimo possono evitare spreco di risorse.
Aprile 7, 2015