Lettera congiunta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e alle Regioni da parte dei vertici dell’associazione Geriatri extraospedalieri, della Società italiana di Gerontologia e geriatria – associazione partner di HappyAging – e della Società italiana di geriatria ospedale e territorio per tutelare il diritto alla salute degli anziani. In una nota, il presidente dell’Age, Salvatore Putignano, denuncia che “si sta determinando grande confusione attribuendo alcune prestazioni, come i test di screening per il deterioramento cognitivo, di valutazione delle funzioni esecutive e la valutazione multidimensionale, punto di forza e di specificità della Geriatria, ad altre specialità con gravissime ripercussioni operative, per i medici di Medicina generale, e assistenziali per gli anziani nonché – prosegue la nota – un disastroso spreco di risorse pubbliche”. Secondo quanto riferito da Nicola Ferrara della Sigg, i dati demografici dimostrano “un costante” invecchiamento della popolazione e l’Italia, con una speranza di vita alla nascita di 80,3 anni per gli uomini e di 85,2 per le donne, si pone “ben al di là della media europea” che si attesta sui 77,8 per gli uomini e 83,3 per le donne. “L’impatto sociale di tale fenomeno – spiega Ferrara – assume maggiore significato con la valutazione dell’indice di vecchiaia (154,1) e diventa particolarmente gravoso a causa dell’attuale momento di congiuntura economica”. I numeri dicono che gli ultrasessantacinquenni rappresentano oggi il 21,4 per cento della popolazione (dato europeo più alto) a fronte del 13 per cento del 1980 e il trend è in continuo aumento: si prevede infatti che la percentuale si attesti al 33 per cento nel 2050. “Le indicazioni che scaturiscono dal nomenclatore – dice Alberto Ferrari, presidente Sigot – disconoscono le competenze dei medici specialisti in Geriatria in tutte le loro attività, ospedaliere e territoriali, limitando fortemente l’operatività geriatrica in virtù di equipollenze e di attribuzioni di prestazioni a specialità in nome di un’appropriatezza che finisce per gravare sugli operatori della sanità e su tutti gli anziani”. Dai rappresentanti medici l’auspicio che “le indicazioni siano frutto di un refuso” o, qualora si tratti “di un errore di programmazione, che siano corrette in tempi brevi per evitare ulteriori forti disagi assistenziali a chi si rivolge al Servizio sanitario nazionale in condizioni di grandi difficoltà domandando salute e nella speranza di ricevere risposte immediate ed efficaci”.
HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo ricorda che l’invecchiamento generale della popolazione italiana può diventare un’opportunità per il Servizio sanitario nazionale. Un fenomeno inarrestabile che costringerà il sistema sanitario a migliorarsi attraverso investimenti e politiche di prevenzione in grado di assicurarne la tenuta economico-finanziaria nel medio e lungo termine.