Conversano (presidente HappyAgeing): “Un momento di riflessione e di progettazione importante, soprattutto per un Paese come l’Italia in cui la quota di popolazione con più di 65 anni di età aumenta costantemente”
L’influenza rappresenta un serio problema di Sanità Pubblica e una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per la gestione dei casi e delle complicanze della malattia e l’attuazione delle misure di controllo. Inoltre, è tra le poche malattie infettive che di fatto ogni individuo sperimenta più volte nel corso della propria esistenza indipendentemente dallo stile di vita, dall’età e dal luogo in cui vive.
Sono queste le premesse da cui prende le mosse la Circolare recentemente diffusa dal Ministero della Salute, intitolata “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2024-2025”.
Le raccomandazioni annuali per l’uso dei vaccini antinfluenzali in Italia – è spiegato nella nota – sono elaborate dal Ministero della Salute, sentito il NITAG (National Immunization Technical Advisory Group), l’Istituto Superiore di Sanità e le Regioni/PA, dopo la revisione di una serie di aspetti, come il trend epidemiologico della malattia influenzale e le popolazioni target per la vaccinazione, la sicurezza, l’immunogenicità e l’efficacia dei vaccini antinfluenzali e altri aspetti rilevanti.
Le persone anziane, i bambini più piccoli, le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche – si legge nella premessa del documento – sono maggiormente soggetti a forme gravi, ma tutta la popolazione può sviluppare gravi complicanze, tra cui polmonite, miocardite ed encefalite, che possono portare al decesso. Il tasso di mortalità complessivo stimato legato all’influenza è di 13,8 decessi ogni 100.000 persone ogni anno. Pertanto, si rende necessario intensificare i programmi di vaccinazione e le misure di prevenzione, proteggendo in particolare la salute dei gruppi di popolazione più a rischio attraverso la vaccinazione contro l’influenza stagionale.
“Ogni anno, la diffusione della Circolare ministeriale contenente le raccomandazioni per la stagione influenzale costituisce il punto di partenza per l’organizzazione della prossima campagna vaccinale, un momento di riflessione e di progettazione importante, soprattutto per un Paese come l’Italia in cui la quota di popolazione con più di 65 anni di età aumenta costantemente – commenta il Presidente di HappyAgeing, Michele Conversano – Bene che anche quest’anno, il documento individui le tipologie di vaccino più adatte alle diverse fasce di età: si tratta di un ulteriore strumento nelle mani degli operatori sanitari per rendere sempre più efficaci le campagne vaccinali, migliorando le coperture”.
LE RACCOMANDAZIONI INTERNAZIONALI
La raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea (2009/1019/UE) incoraggia gli Stati membri dell’UE ad adottare e attuare piani d’azione e politiche volti a raggiungere una copertura vaccinale contro l’influenza stagionale tra i gruppi di età più anziani del 75% e, se possibile, estendere tale obiettivo alle categorie di persone a rischio affette da patologie croniche. Gli Stati membri sono, inoltre, sollecitati a migliorare la copertura vaccinale tra gli operatori sanitari come protezione indiretta.
Mentre immunizzare i gruppi a rischio significa protezione diretta, esiste infatti anche una strategia di protezione indiretta che consiste nell’immunizzare coloro che sono a stretto contatto con persone appartenenti ai gruppi a rischio. Questa strategia sta diventando sempre più importante poiché è ormai riconosciuto che i vaccini antinfluenzali utilizzati abitualmente sono più efficaci nei bambini e negli adulti sani rispetto agli anziani e alle persone con patologie croniche, che presentano un sistema immunitario gravato dall’immunosenescenza o immunodeficienze acquisite concomitanti. Anche i bambini di età inferiore a 6 mesi, che non possono essere vaccinati con gli attuali vaccini, possono essere protetti dalle strategie di protezione indiretta.
IL CONTESTO ITALIANO
In Italia, in accordo con gli obiettivi della pianificazione sanitaria nazionale e con il perseguimento degli obiettivi specifici del programma di immunizzazione contro l’influenza, la vaccinazione antinfluenzale viene offerta attivamente e gratuitamente alle persone che per le loro condizioni personali corrono un maggior rischio di complicanze nel caso contraggano l’influenza. Tra queste, sono inseriti nell’elenco – non esaustivo – previsto dalle raccomandazioni ministeriali tutti i soggetti di età pari o superiore ai 60 anni.
LA CAMPAGNA VACCINALE 2024-2025
In considerazione della situazione epidemiologica relativa alla circolazione dei virus respiratori nella stagione 2023-2024, il Ministero della Salute raccomanda, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di condurre le campagne di vaccinazione antinfluenzale regionali a partire dall’inizio di ottobre (40esima settimana dell’anno) e offrire la vaccinazione alle persone eleggibili in qualsiasi momento della stagione influenzale, anche se si presentano in ritardo per la vaccinazione o se riferiscono di aver già avuto uno o più episodi simil-influenzali. Questo può essere particolarmente importante se si tratta di una stagione influenzale tardiva o quando si presentano pazienti a rischio. Pertanto, la decisione di vaccinare dovrebbe tenere conto del livello di incidenza di sindromi simil-influenzali (ILI) nella comunità, tenendo presente che la risposta immunitaria alla vaccinazione impiega circa due settimane per svilupparsi pienamente.
Per ridurre l’impatto stagionale dell’influenza – si legge ancora nel documento – è cruciale che le Regioni e le Province Autonome programmino adeguatamente e per tempo le procedure per l’approvvigionamento dei vaccini considerando per il calcolo dei fabbisogni, oltre alle dosi somministrate nelle stagioni precedenti, anche gli obiettivi di copertura delle popolazioni target.
Per ridurre significativamente la morbosità per influenza e le sue complicanze, nonché la mortalità, è necessario raggiungere coperture elevate nei gruppi di popolazione target della vaccinazione, in particolare nelle persone ad alto rischio di tutte le età.
Gli obiettivi di copertura, per tutti i gruppi target, sono del 75% come obiettivo minimo perseguibile e del 95% come obiettivo ottimale.
Fino ad oggi, i dati delle dosi di vaccino antinfluenzale somministrate alla popolazione target sono stati gestiti attraverso il sistema informatizzato di registrazione predisposto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS). L’implementazione dell’anagrafe vaccinale nazionale (AVN) del Ministero della Salute permetterà nella stagione 2024-2025 di raccogliere i dati delle persone vaccinate anche per i vaccini antinfluenzali.
“È molto importante ricordare che una elevata e omogenea copertura vaccinale contro l’influenza può salvare molte vite, oltre ad avere un impatto positivo sui costi sociali connessi con morbosità e mortalità conseguenti la malattia. L’influenza e la polmonite ad essa associata sono classificate tra le prime 10 principali cause di morte”, aggiunge Michele Conversano.
CAMPAGNE DI INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
La Circolare ministeriale offre indicazioni puntuali anche in materia di diffusione capillare di qualsiasi informazione utile ad aumentare l’adesione alla campagna vaccinale. Si raccomanda alle Regioni e Province Autonome l’attivazione di campagne di informazione/comunicazione della popolazione e degli operatori sanitari.
In particolare, si raccomanda di:
- avviare in maniera coordinata le campagne di comunicazione, con messaggi chiave definiti preliminarmente dal Ministero della Salute, che identifichino e veicolino l’obiettivo comunicativo della campagna declinandolo, inoltre, a seconda dei target specifici;
- definire tra gli obiettivi della campagna, accanto a quello di health advocacy, anche quello di educazione sanitaria, affrontando prioritariamente i pregiudizi sulla vaccinazione, evidenziando i benefici e i vantaggi che una copertura vaccinale ottimale può ottenere;
- richiamare l’importanza della vaccinazione anche per contrastare la diffusione dell’antimicrobico resistenza;
- prevedere un monitoraggio dell’efficacia della campagna di comunicazione identificando indicatori di processo/risultato;
- prevedere una specifica attenzione al superamento delle possibili barriere legate a fattori culturali, linguistici, socio-economici. A tal fine, dovranno essere adottate modalità di condivisione e partnership con organizzazioni e associazioni di utenti e stakeholders, coinvolgendo testimonial, opinion leader e influencer noti ai diversi gruppi target;
- identificare luoghi ottimali per facilitare l’accesso alla vaccinazione e la prossimità del servizio;
- informare la popolazione sui dati epidemiologici degli ultimi 2-3 anni;
- prestare particolare attenzione alla scelta degli strumenti di comunicazione utilizzati in funzione dei target (social media, consultori e servizi maternità per donne in puerperio, spazi comunali di aggregazione sociale).
“Campagne di informazione e comunicazione efficaci sono senz’altro il secondo pilastro di strategie vaccinali di successo: è necessario combattere prima di tutto la sfiducia di una parte della popolazione nei confronti dei vaccini, riavvicinare all’immunizzazione chi nel tempo se ne è allontanato – prosegue il Presidente di HappyAgeing – Molto utile è informare i cittadini riguardo alle vaccinazioni che sono offerte gratuitamente in base all’età o all’appartenenza a specifiche categorie. Infine, uno strumento particolarmente efficace è quello della chiamata attiva a cui HappyAgeing ha dedicato un Position Paper con l’auspicio che le buone pratiche già realizzate in alcune Regioni possano essere riprese e diffuse su tutto il territorio nazionale”, conclude.
di Alessandra Babetto e Arianna Cioffi