L’emergenza caldo di questi giorni, dal nord al sud dell’Italia, sta facendo registrare un aumento degli accessi nei pronto soccorso degli ospedali: nelle prime due settimane di luglio si rileva, infatti, un aumento di circa il 10% degli arrivi in pronto soccorso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’aumento più importante si è verificato nelle grandi città, ma si evidenziano forti variazioni regionali: un accesso più contenuto ai pronto soccorso si è avuto in Piemonte e in Veneto, mentre picchi fino al 20% si sono registrati in alcune aree dell’Emilia Romagna e del Lazio. Il quadro arriva dai dati forniti dalla Società italiana di Medicina di emergenza urgenza (Simeu). Oltre all’incremento delle patologie imputabili al caldo, come disidratazione, colpo di calore e sincope, è stato anche riscontrato un aumento di scompensi di patologie pre-esistenti (cardiopolmonari, renali e metaboliche). In alcune regioni, come il Piemonte, si è avuto un aumento di mortalità che riguarda, come sempre in queste situazioni, in pazienti più fragili: anziani con varie patologie, malati cronici allettati e fasce più deboli per povertà e isolamento sociale.