La salute dei nostri nonni è messa in pericolo dalle scelte compiute per comporre i menù di pranzo e cena. Secondo uno studio sulla sicurezza alimentare degli anziani condotto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore e il Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma gli over65 sarebbero responsabili di scelte in grado di mettere a repentaglio il proprio quadro clinico. L’indagine è stata coordinata da Patrizia Laurenti, professore associato presso l’Istituto di Sanità Pubblica – Sezione Igiene e dal professor Francesco Landi, del Dipartimento di Geriatria, Neuroscienze e Ortopedia. Una vera e propria emergenza è rappresentata dal consumo di alimenti scaduti: secondo il report dei ricercatori ben un anziano su tre assume cibo scaduto. Decisione spesso indotta anche dalle precarie condizioni economiche dei pensionati con gli assegni più bassi. C’è inoltre il rischio di intossicazioni alimentari, cui le persone in là con gli anni sono più vulnerabili rispetto alla popolazione generale. Inoltre, le scelte alimentari dei “nostri nonni” non brillano per equilibrio e sicurezza degli alimenti e lo dicono: circa uno su tre ritiene di non nutrirsi in maniera equilibrata, in particolare a causa di un consumo eccessivo di zuccheri e di grassi o comunque ritiene di mangiare troppo.
Un fattore fondamentale per l’invecchiamento attivo è la sicurezza alimentare intesa, per esempio, come tutte le misure atte a garantire un’alimentazione equilibrata dal punto di vista nutrizionale e corretta dal punto di vista igienico-sanitario. Le scelte compiute quotidianamente mentre si fa la spesa sono in grado di prevenire l’insorgere di tantissime patologie. Un ruolo fondamentale dell’alimentazione è poi legato al funzionamento del sistema immunitario. Un corpo ben alimentato risponde meglio agli stimoli provenienti dall’esterno. Altre insidie si celano nelle procedure per la preparazione dei cibi. Una percentuale di anzini variabile tra il 10% e il 30% non rispetta tutte le principali norme igieniche in cucina (scongelamento a temperatura di frigorifero, lavaggio delle mani dopo aver manipolato cibi crudi o sgusciato uova, lavaggio delle superfici di contatto, lavaggio di frutta e verdura). Nello specifico ben un intervistato su due (50%) dichiara di scongelare i cibi a temperatura ambiente prima della preparazione, esponendosi a rischi di intossicazioni che possono potenzialmente derivare da moltiplicazioni batteriche favorite dalla temperatura ambientale, particolarmente elevata nella stagione estiva.
Considerati i risultati si rende necessaria una campagna informativa per ricordare a tutti i suggerimenti dell’Organizzazione mondiale della Sanità per garantire una sicurezza alimentare adeguata. L’igiene durante la preparazione e la conservazione dei cibi restano fattori imprescindibili.