Un anziano su 5 viveva isolato già prima della pandemia
L’isolamento sociale degli anziani non è stata una novità portata dal lockdown: in Italia, un anziano su 5 infatti viveva già una condizione di solitudine prima dell’arrivo del COVID-19, senza contatti con altre persone, neppure telefonici, nel corso di una settimana normale, sebbene uno su 3 rappresenti un aiuto fondamentale per i familiari. E’ quanto emerge dai nuovi dati della sorveglianza Passi d’Argento, coordinata dall’ISS e raccolti nel periodo 2016-2019 sulla popolazione degli ultra 65enni, che descrivono il contesto in cui si è diffusa la pandemia, la quale rischia fortemente di aumentare l’isolamento soprattutto degli anziani più fragili o con patologie croniche e di peggiorare la loro qualità di vita. Proprio agli effetti della pandemia sulle loro condizioni di vita è stata dedicata la trentesima Giornata Internazionale delle persone anziane, che viene celebrata dalle Nazioni Unite ogni 1 ottobre.
Secondo i dati Passi, in Italia quasi 3 anziani su 4 (il 71%) non partecipano ad incontri collettivi presso punti di aggregazione come il centro anziani, il circolo, la parrocchia, le sedi di partiti politici o di associazioni e il 35% ha dichiarato di avere difficoltà nell’accesso ai servizi sociosanitari in particolare ai servizi della ASL e ai negozi di prima necessità. Tutto ciò nonostante quasi un anziano su 3 (29%) rappresenti una risorsa per i propri familiari o per la collettività: infatti il 19% si prende cura di congiunti, il 14% assiste familiari o amici con i quali non vive, e il 6% partecipa ad attività di volontariato.
Più della metà degli ultra 65enni (il 61%) riferisce di avere almeno un problema strutturale nell’abitazione in cui vive e il 15% percepisce il proprio quartiere poco sicuro. Uno su 10 è caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista e, nel 19% dei casi, è stato necessario il ricovero ospedaliero di almeno un giorno. Il 64% delle cadute si è verificato in casa, mentre il 20% in strada.
Circa il 18% degli anziani vive una condizione di fragilità che grava principalmente sulle famiglie, il 94% riceve aiuto dai familiari, il 20% da badanti e il 12% da conoscenti.
“Il COVID-19 – ha affermato Maria Masocco, responsabile del coordinamento nazionale PASSI e PASSI d’Argento dell’ISS – è certamente una minaccia per la salute degli anziani ma anche per molti aspetti legati alla qualità di vita. La pandemia rischia di aumentare le disuguaglianze sociali nella salute, nella qualità di vita e nell’accesso alle cure. Monitorare le dimensioni che caratterizzano l’invecchiamento nel nostro Paese è un’opportunità unica per avere anche informazioni sull’impatto di questa emergenza sanitaria sulla popolazione anziana in Italia”.
Per approfondire l’indagine clicca qui.