Nel Comitato di indirizzo e sorveglianza (Cis), riunitosi giovedì 7 luglio al Viminale, è stata formalizzata la notizia della proroga di un anno (giugno 2018) concessa dal Governo per il Piano di cura per infanzia e anziani non autosufficienti (Pac), operativo dal 2015 nelle quattro regioni della ex convergenza (Puglia, Calabria, Sicilia, Campania). Le proroghe, quando concesse, denunciano sempre uno stato di difficoltà di piani e programmi; una presa d’atto di una previsione non corretta; un certificato dei ritardi attuativi; l’allontanamento nel tempo dei risultati attesi per i cittadini. Nel caso del Pac i ritardi sono stati accumulati all’avvio del programma, nella fase laboriosa di istruttoria e selezione dei progetti. L’intervento, inoltre, è effettivamente complesso e molto ambizioso; complesse le procedure di attuazione e rendicontazione. Un’azione straordinaria dello Stato centrale per sostenere la filiera istituzionale del welfare locale, in forte sofferenza almeno in tre regioni su quattro. In territori colpiti duramente dalla crisi, dove i Comuni e i loro uffici di piano fanno fatica ad organizzare e gestire in forma associata l’offerta dei servizi sociali; e le regioni hanno dovuto confrontarsi (e qualcuna ancora si confronta) con le sfide dei rientri sanitari e della riorganizzazione dei presidi territoriali, che impattano pesantemente anche sulla rete dei servizi sociali. Dall’avvio del Pac, molte cose sono cambiate. La tenacia dell’autorità di gestione (AdG) ha messo a posto e parzialmente alleggerito le procedure e il sistema dei controlli e della rendicontanzione. Regioni, Anci e AdG hanno sottoscritto impegni (rinnovati in sede Cis) per monitorare il processo di avanzamento della spesa e dei servizi e supportare i soggetti attuatori. I progetti proposti dai Comuni stanno cominciando a produrre i risultati attesi dai cittadini interessati. Il partenariato economico e sociale ha offerto spunti e indicazioni per tarare meglio sui bisogni del territorio i servizi da erogare. Ecco allora che la proroga più che una sconfitta, diventa l’occasione per un rilancio. Il riconoscimento che abbiamo imboccato la strada giusta; che il Pac può farcela a incrementare il numero di asili nido e la copertura di bambini presi in carico; ad aumentare le ore di assistenza agli anziani non autosufficienti; a migliorare complessivamente i servizi erogati; a contribuire ad una ammodernamento del macchina amministrativa preposta all’erogazione dei servizi, da oggi chiamata a nuova sfide dal Governo (lotta contro la povertà, inclusione attiva, Sia, eccetera).
Avanzamento del programma
Come si ricorderà, il programma è articolato in due riparti. Il primo in scadenza a giugno 2016, ma con la possibilità di realizzare interventi praticamente fino ad agosto. Il secondo riparto partirà a settembre\ottobre prossimi. Con il primo riparto, sono 395 i piani di intervento (200 per anziani, 195 per infanzia) finanziati nei 201 ambiti in cui sono articolate le gestioni associate nelle quattro regioni interessate. L’investimento finanziato, sempre primo riparto, ammonta a euro 238.960.525,32, di cui euro 127.444.184,37 per gli anziani e euro 111.516.340,85 per l’infanzia. I dati sono consultabili sul sito del Pac. Nel sistema di monitoraggio risulta impegnato il 70,62% delle somme; l’impegno sugli anziani è più spedito, sull’infanzia si registrano ancora lentezze. Anche i pagamenti cominciano a progredire e superano il 20% dell’impegnato. Su questo ultimo fronte, hanno pesato limitazioni sulle anticipazioni (inizialmente previste nella misura del 5%), oggi in via di superamento (di fatto sono state portate al 10-15%). Anche i problemi di patto non dovrebbero costituire più un ostacolo insormontabile, dopo le recenti decisioni adottate in materia dalla legge di stabilità 2016. Naturalmente l’andamento a livello regionale non è uniforme. La Puglia guida in testa il plotone (83% degli impegni), segue la Calabria (77,40%) e la Sicilia (70,1%), chiude la Campania (61,35%). Solo per completezza di informazione, perché il tema sarà trattato in altri approfondimenti, si fa presente che per il secondo riparto i piani già approvati risultano 384, di cui 195 per gli anziani e 189 per l’infanzia, per un importo pari ad euro 326.230.253,26 (euro 135.008,911,48 anziani, euro 191,221.341,78 infanzia).
I servizi
Ma veniamo in concreto ai servizi finanziati e ai cittadini\utenti serviti (i dati sono ancora provvisori).Per i servizi di cura agli anziani, gli utenti coinvolti risultano 33.826, di cui 12.310 (36%) fruitori di assistenza a domicilio integrata (Adi) e 21.516 fruitori (64%) di servizi a domicilio (Sad). Le ore programmate di servizio ammontano a 6.274.296, di cui 2.507.061 per Adi (40%) e 3.767.235 per Sad (60%). Per la gestione in Adi, il 63% delle ore di servizio è stato realizzato attraverso affidamenti a terzi, il 36% attraverso voucher\buoni servizio\ticket socio-assistenziali, il residuo 2% in forma diretta. Per la gestione in Sad, il 61% delle ore di servizio è stato realizzato attraverso affidamenti a terzi, il 36% attraverso voucher\buoni servizio\ticket socio-assistenziali, il residuo 1% attraversi affidamento a società in house. Per i servizi per l’infanzia, i bambini coinvolti sono 23.191, di cui 12.069 (52%) presi in carico da nidi e/o micronidi e 11.122 (48%) interessati da servizi integrativi. Il 74,6% degli utenti hanno beneficiato di servizi a titolarità pubblica, mentre il 25,4% sono serviti da privati. Gli interventi in “conto capitale” relativi all’infanzia hanno riguardato, in parte, acquisto di beni o servizi e l’allestimento degli spazi; un’altra parte, di quasi uguale volume, ha invece finanziato ristrutturazioni e costruzioni di nuove strutture.