L’Italia è al quarto posto nei Paesi Ocse per aspettativa di vita alla nascita con 82,8 anni. Meglio di noi Svizzera (82,9), Spagna (83,2) e Giappone (83,4). Ma nel nostro Paese l’aspettativa di vita in buona salute all’età di 65 anni è tra le più basse. Sono i questi i dati principali che emergono dall’ultimo rapporto “Health at a Glance” dell’Ocse, basato sui dati del 2013. In tutto il mondo occidentale, spiega il documento, rimane più alta la speranza di vita delle donne, anche se la forbice si sta richiudendo. I più longevi sono i maschi svizzeri, con 80,7 anni, seguiti dagli italiani con 80,3 e da giapponesi e spagnoli con 80,2. Tra le donne sono le giapponesi in testa, con 86,6 anni, seguite da spagnole e italiane. La media Ocse è 80,5 anni, con un guadagno di oltre 10 anni dal 1970 a oggi. L’aspettativa di vita a 65 anni è anch’essa tra le più alte ed è aumentata nel corso del tempo, ma l’aspettativa di vita in buona salute all’età di 65 anni in Italia è tra le più basse, con 7 anni senza disabilità per le donne e circa 8 anni per gli uomini. In Italia appena il 30% degli over65 riporta di essere in buona salute, mentre la media Ocse è poco sotto il 50% e Nuova Zelanda e Canada riportano rispettivamente il 90 e l’80%. Il nostro paese, registra lo stesso rapporto, è invece sotto la media per quanto riguarda la spesa sanitaria pro capite, che fra contributo pubblico e privato si attestava nel 2013 a 3077 dollari, sotto la media di 3544 e molto meno ad esempio di Usa, circa 8700 dollari, Svizzera e Norvegia. “Gli italiani sono aiutati da una buona base genetica – spiega Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – soprattutto grazie alle differenti popolazioni che si sono succedute e che hanno lasciato una loro impronta.
I dati raccolti dall’Ocse confermano quanto sia importante e necessario lavorare per garantire l’invecchiamento in salute agli italiani. Il fatto che la spesa sanitaria pro capite sia sotto la media è un chiaro campanello d’allarme. La politica non può continuare a praticare la strada dei tagli lineari. Come HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo siamo impegnati per cercare di imporre un cambio di passo. I nostri anziani meritano maggiori attenzioni.