I costi sociali delle polmoniti batteriche
Non investire in prevenzione mina la tenuta economico-finanziaria del nostro Servizio sanitario nazionale. I tagli lineari che si sono abbattuti sul comparto negli ultimi anni porteranno ad un inevitabile aumento dei costi nel medio e lungo periodo. C’è però il tempo per invertire la tendenza. I vaccini rappresentano uno strumento capace di far ottenere importanti risultati a costi contenuti. Le polmoniti pneumococciche – patologie di cui spesso non si parla abbastanza – rappresentano un pericolo per la salute dei cittadini più anziani. Rischi che potrebbero essere evitati con un aumento delle vaccinazioni contro le infezioni dell’apparato respiratorio di origine batterica. Il White Book pubblicato dalla European Respiratory Society stima che i costi economici della polmonite nei 51 paesi della regione europea dell’OMS sono superiori ai 10 miliardi di euro, con i costi legati alla gestione ospedaliera che giustificano annualmente 6 miliardi di euro. La polmonite è responsabile per più del 30% dei giorni di ospedalizzazione nei dipartimenti di medicina respiratoria e la perdita di giorni lavorativi genera dei costi indiretti di più di 3,5 miliardi di euro. Un’ulteriore analisi del 2012 pubblicata sull’European Respiratory Review afferma che in Europa, i costi della polmonite si attestano a circa 9,8 miliardi di euro l’anno di cui: 5,5 miliardi per la cura dei pazienti ricoverati, 500 milioni per i pazienti non ricoverati, 200 milioni per la terapia farmacologica e 3,6 miliardi per costi indiretti e giorni di lavoro persi. Risorse che potrebbero essere destinati ad altri scopi se si decidesse di puntare con maggior vigore sulle campagne vaccinali.