Sezione: Anziani
L’influenza è già arrivata. Vaccinati per prevenire la polmonite batterica
L’influenza stagionale comincia a farsi sentire, anche se l’epidemia è solo all’inizio. Nella prima settimana di monitoraggio, si contano già oltre 32mila italiani a letto con febbre, raffreddore e dolori articolari, per un’incidenza dello 0,54 casi per mille assistiti. Si legge nel primo bollettino stagionale InfluNet dell’Istituto Superiore di Sanità. Più casi tra i bambini: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 1,25 casi per mille, mentre nella fascia 5-14 anni il tasso è di 0,55 casi per mille.
Ogni anno la sindrome influenzale causa diverse migliaia di vittime per le sue complicazioni. Solo le polmoniti batteriche causano oltre seimila morti tra gli anziani. Per evitare di correre rischi è sufficiente vaccinarsi. La campagna di vaccinazione è iniziata in tutta Italia. Basta rivolgersi alla propria Asl per la somministrazione del trattamento.
- 2 Novembre, 2015
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La Società italiana malattie infettive e tropicali: “In Italia vaccini poco usati”
La percentuale di persone vaccinate in Italia è inferiore al 95% e questo mette a rischio la popolazione. Lo sottolinea la Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit) secondo la quale si tratta di una situazione “preoccupante” soprattutto per malattie come l’epatite, la poliomielite, il tetano e la difterite: “Tutte queste sono malattie che richiedono una vaccinazione obbligatoria – scrive la Simit in una nota – e proprio queste sono quelle che non raggiungono il 95% richiesto per fermarle dall’Organizzazione mondiale della sanità”. “L’Italia non riesce a raggiungere né per il morbillo né per la rosolia quel progetto di eradicazione dell’infezione che la Comunità Europea ha richiesto di raggiungere – sottolinea in una nota Massimo Andreoni, presidente della Simit -. Negli altri Paesi Europei i casi sono azzerati, in Italia ancora no”.
- 31 Ottobre, 2015
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L’Italia spende troppo poco in prevenzione
Gli investimenti in prevenzione sono caduti vittima di diversi anni di tagli lineari. L’Italia sembra infatti aver speso il 3,7% della spesa pubblica corrente in programmi di prevenzione e salute pubblica nel 2013, stando ai dati OECD (rettificando in qualche modo il dato dello 0,5% diffuso lo scorso anno): una percentuale maggiore di diversi altri Paesi, ma certamente insufficiente: considerando il valore pro-capite, infatti, la spesa per la prevenzione in Italia, sempre secondo OECD, sarebbe pari a € 66,3 contro € 99,5 in Germania e € 131,0 in Svezia. Dell’insufficienza degli investimenti nel settore negli anni passati è prova che nel 2014, a livello nazionale, la copertura per le vaccinazioni pediatriche non ha raggiunto il 95% (soglia minima raccomandata nel Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale) per nessuno degli antigeni previsti, con difformità a livello regionale, e che le politiche sugli stili di vita sono praticamente ferme. Questi i dati contenuti nell’ultima versione del “Rapporti Crea”. Documento presentato ieri alla Camera dei deputati.
- 30 Ottobre, 2015
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I medici generici confermano la validità dei vaccini
“L’efficacia e la sicurezza dei vaccini sono supportate da solide evidenze scientifiche. Fanno parte a pieno titolo del bagaglio culturale e professionale del Medico Generale. Ci impegniamo ad intraprendere, insieme alle altre Associazioni scientifiche interessate, ogni azione volta a riaffermare e a promuovere le vaccinazioni nella popolazione, anche con nuove e opportune attività di comunicazione di massa”. La Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG) riafferma così l’impegno dei suoi iscritti alla pratica vaccinale attiva dopo le ultime polemiche sull’utilità e la sicurezza delle immunizzazioni antinfluenzali e l’annuncio del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di sanzionare i medici che sconsigliano i vaccini.
- 29 Ottobre, 2015
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“Un euro speso in vaccini ne fa risparmiare 24”
Investire sulla prevenzione vaccinale è un ottimo modo per garantire la piena sostenibilità del nostro Servizio sanitario nazionale. L’invecchiamento generale della popolazione pone infatti un serio problema di tenuta finanziaria a medio termine. Per evitare un sempre maggiore esborso di denaro pubblico si rende necessario puntare sull’invecchiamento attivo. Condizione che non può prescindere dalla salute dei cittadini più anziani. Le vaccinazioni sono un valido strumento per raggiungere questo scopo. Secondo un recente studio condotto dalle università “La Sapienza” e “Tor Vergata” un euro speso per i vaccini può equivalere a 24 euro spesi per curare chi si ammala. Un costo sociale elevatissimo destinato ad aumentare qualora dovessero continuare a calare le coperture vaccinali.
- 29 Ottobre, 2015
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