Sezione: Anziani
HappyAgeing interviene sul calo delle coperture vaccinali
Michele Conversano (presidente HappyAgeing), Vaccini: “Approvare subito il Piano nazionale per la Prevenzione vaccinale per tutelare la salute dei bambini e degli anziani”
ROMA, 5 OTT. – “Occorre approvare al più presto il Piano nazionale per la Prevenzione vaccinale. I dati diffusi oggi dall’Istituto superiore di Sanità dimostrano che non c’è più tempo da perdere. Il calo delle immunizzazioni rischia di mettere a repentaglio la salute pubblica. I più colpiti sarebbero i soggetti deboli come i bambini e gli anziani. Un pericolo accompagnato da costi sociali elevatissimi”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing-Alleanza per l’invecchiamento attivo, commenta i dati diffusi oggi dall’Iss. “Un aumento delle coperture vaccinali sarebbe in grado di diminuire i decessi degli anziani connessi alle complicazioni dell’influenza stagionale – spiega Michele Conversano – Così come una diffusa vaccinazione contro lo pneumococco sarebbe sufficiente a far diminuire drasticamente i decessi nella popolazione over65”. “Insieme all’approvazione del Piano nazionale va potenziata la campagna di comunicazione istituzionale per limitare i danni di una propaganda antiscientifica contro le vaccinazioni – conclude il presidente di HappyAgeing – Le vaccinazioni sono sicure e restano uno strumento imprescindibile nelle politiche di Sanità pubblica”.
- 6 Ottobre, 2015
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Il virus dell’influenza colpirà milioni di italiani. Vaccinarsi per sconfiggerlo
Colpirà quest’anno tra i 4 e i 5 milioni di italiani, il 15-30% dei quali bambini. Arriverà nel tardo autunno – tra fine ottobre e novembre – e raggiungerà il picco tra metà dicembre e i primi di febbraio. Tra i ceppi anche l’AH1N1, già presente nel 2009. Sono le caratteristiche del virus influenzale di quest’anno. Il vaccino, disponibile nei prossimi giorni, è stato elaborato tenendo conto dei ceppi presenti. “La vaccinazione è lo strumento di prevenzione più efficace per le categorie a rischio come i bambini affetti da determinate patologie”, spiega Alberto Villani responsabile di Pediatria Generale e Malattie Infettive del Bambino Gesù. La vaccinazione è uno strumento fondamentale per ridurre il numero di ospedalizzazioni e di morti premature tra le categorie a rischio: anziani e persone con patologie croniche, soprattutto se in età pediatrica. I bambini particolarmente a rischio sono quelli affetti da: asma grave e altre patologie respiratorie; diabete e altre malattie endocrine; malattie cardiovascolari; malattie renali croniche; malattie epatiche croniche; tumori; malattie metaboliche; malattie muscolari e neurologiche che colpiscono la funzione respiratoria; malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; pazienti con immunocompromissione congenita o acquisita. “Tutti i genitori che hanno un figlio con una malattia cronica devono vaccinarlo proprio per evitare la possibilità che contragga l’influenza – raccomanda Villani – Si tratta di categorie a rischio per le quali una semplice influenza può diventare una malattia di particolare gravità. Per lo stesso motivo, sarebbe opportuno che anche i genitori di bambini affetti da patologie croniche e, più in generale, chiunque sia frequentemente a contatto con loro, si vaccinino”. La vaccinazione dovrebbe essere effettuata ogni anno, prima dell’inizio della stagione influenzale. In Italia, quest’anno, a partire dai primi di ottobre. È possibile vaccinarsi anche più tardi, quando la stagione influenzale è già iniziata, ma prima ci si vaccina e meglio è.
- 5 Ottobre, 2015
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Mattarella ai nonni d’Italia: “Sono uno di voi”
Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto nel pomeriggio al Quirinale una delegazione di nonni e nipoti, in occasione del decennale della ricorrenza della “Festa dei nonni”. Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
- 2 Ottobre, 2015
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Interessante studio di Aifa sull’utilizzo dei farmaci in età avanzata
Sul “Journal of the American Medical Directors Association” è stato pubblicato uno studio condotto dal Gruppo di Lavoro Geriatrico dell’AIFA con l’obiettivo di tracciare il profilo di utilizzo dei farmaci nella popolazione ultrasessantacinquenne in Italia e come esso si modifichi rispetto all’avanzare dell’età. Proprio nel giorno in cui ricorre in tutto il mondo la Giornata Internazionale delle Persone Anziane emerge un dato interessante: dopo gli 85 anni cala sostanzialmente il numero di farmaci prescritti alla popolazione geriatrica, passando dai 7 del gruppo 80-84 anni ai 2 degli ultranovantenni.
“Si tratta di una delle prime ricerche che valuta l’andamento delle prescrizioni farmacologiche nella popolazione anziana e molto anziana – commenta il Presidente dell’AIFA Sergio Pecorelli, tra gli autori del paper insieme al Direttore Generale Luca Pani – ed è una fotografia molto interessante che smentisce l’assunto per cui l’uso dei medicinali aumenti con l’avanzare dell’età. Conclusioni che in uno dei Paesi “più longevi e vecchi del mondo” come il nostro – stando anche a quanto dichiara l’Eurostat nelle ultime ricognizioni – offrono spunti di analisi e approfondimenti per comprendere e migliorare sempre più l’appropriatezza prescrittiva in questa particolare popolazione, fragile e vulnerabile e purtroppo ancora poco indagata”.
“Al pari di quanto si registra per la popolazione pediatrica, – spiega il Direttore Pani – molti farmaci non sono testati specificamente nei pazienti anziani e molto anziani, i quali peraltro presentano caratteristiche fisiche e metaboliche del tutto peculiari rispetto agli under 65. Questo studio quindi è di fondamentale supporto nell’orientare i medici ad una prescrizione ottimale nella popolazione geriatrica. E’ importante saper ritarare continuamente le terapie, perché le condizioni cliniche degli anziani possono mutare nel tempo e molte cure rivelarsi ridondanti, se non addirittura nocive. Gli spunti emersi sono poi di aiuto anche per noi regolatori, perché possiamo avere un quadro più chiaro delle aree di intervento e degli aspetti da indagare maggiormente così da favorire un impiego dei farmaci sempre più razionale, sicuro e efficace”.
Lo studio si è avvalso del database dell’Osservatorio sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) dell’Agenzia Italiana del Farmaco e ha analizzato i dati del 2013 relativi a 3 milioni e 400mila soggetti con età superiore ai 65 anni, estrapolati da un campione di quasi 16 milioni di individui, rappresentativo di circa il 27% dell’intera popolazione Italiana. Il lavoro si è concentrato in particolare sugli ultranovantenni, una fascia di popolazione consistente (sono oltre 600.000 gli ultranovantenni in Italia) e in netta crescita.
I risultati dell’indagine, oltre a fornire dati di farmaco-utilizzo, hanno evidenziato come la prescrizione farmacologica aumenti progressivamente sino agli 85 anni di età, per poi declinare negli anni successivi, con una sostanziale riduzione tra i soggetti di età pari o superiore ai 95 anni.
“I dati fino a oggi disponibili – sottolinea Graziano Onder, del Centro di Medicina dell’Invecchiamento dell’Università Cattolica – Policlinico A. Gemelli di Roma e corresponding author dello studio – ci dicevano che l’uso dei farmaci aumentava progressivamente ed esponenzialmente all’aumentare dell’età delle persone. Questa nuova indagine, invece, mostra che i grandi anziani assumono pochi farmaci: in media, si può dire che le persone sopra i 95 anni prendono tanti farmaci quanti la popolazione adulta di età inferiore ai 65 anni. Tale dato contrasta con l’idea che il bisogno di terapie aumenti progressivamente con l’età ed è indice di una maggiore prudenza dei medici nella prescrizione farmacologica nei pazienti molto anziani. Va inoltre sottolineato che l’efficacia di alcuni medicinali si riduce nelle fasce di età più avanzata, in particolare per le terapie che mirano a prevenire complicazioni future e che necessitano di tempi più lunghi per manifestare i loro benefici”.
- 2 Ottobre, 2015
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Oggi si festeggia la “Giornata mondiale dell’anziano”. Ad Ancona un progetto per limitare le cadute
Oggi si celebra la Giornata Internazionale dell’Anziano. Per l’occasione l’IRCCS INRCA (Istituto Nazionale Riposo e Cura Anziani) di Ancona vuole promuovere la consapevolezza di come prevenire le cadute e favorire così un invecchiamento attivo. Le cadute sono un problema che interessa un terzo delle persone sopra i 65 anni, e sono la principale causa di morte accidentale in Europa. Costano al Sistema Sanitario Nazionale oltre 400 milioni di Euro all’anno, con notevoli spese per l’assistenza.
“Purtroppo, spesso si tende a pensare che le cadute siano inevitabili – spiega Antonio Cherubini, Responsabile dell’Unità Operativa di Geriatria e Accettazione Geriatrica d’Urgenza dell’INRCA – ma molti studi dimostrano che, con regolari esercizi per il miglioramento dell’equilibrio e della forza muscolare, insieme ad una maggiore sicurezza degli ambienti in cui si vive, una caduta su due potrebbe essere evitata. È necessario – continua Cherubini – trasmettere questa conoscenza non solo alle persone a rischio ma anche alle loro famiglie, amici e nipoti, secondo un’ottica di aiuto tra le generazioni”. Sono molti i modi con cui le famiglie possono aiutare a prevenire le cadute, ad esempio mediante la promozione dell’esercizio fisico a amici o parenti anziani, anche organizzando attività all’aperto in compagnia come giardinaggio e vacanze. Queste attività migliorano la salute dei muscoli e delle ossa, grazie alla produzione di Vitamina D dovuta all’esposizione solare, ma presente anche in cibi come pesce grasso, uova e integratori. Tra gli accorgimenti da adottare in casa invece, è importante verificare periodicamente i rischi presenti come tappeti, scarsa illuminazione e oggetti che intralciano il passo. E’ importante anche il coinvolgimento del medico di famiglia, nel programmare controlli annuali per vista e udito, oltre a rivedere ogni sei mesi i farmaci assunti.
L’INRCA infatti fa parte di ProFouND, la rete promossa dalla Commissione europea per diffondere la conoscenza sulle cadute e come prevenirle. Il network comprende 21 partner provenienti da 12 Paesi e opera per formare istruttori in tutta Europa volti ad estendere i programmi di prevenzione e di esercizio, così da raggiungere circa 84 mila anziani entro il 2016. A tale proposito, dal 19 al 23 ottobre alcuni istruttori inglesi che partecipano al progetto, terranno all’INRCA di Ancona un corso per formare operatori che lavorano nelle Marche sui programmi di esercizio più efficaci, la cui validità è stata dimostrata da ricerche rigorose.
Limitare le caduta vuol dire ridurre il numero di ricoveri a danno di pazienti over65 e aumentare il benessere del singolo e della sua famiglia. Per questo motivo, HappyAgeing saluta con piacere il progetto promosso dalla struttura marchigiana.
- 1 Ottobre, 2015
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