Sezione: Area Clinica/Scientifica
MANIFESTO per un’Alleanza italiana per l’Healthy Ageing
«INVECCHIARE ATTIVI ED IN BUONA SALUTE»
Medici, cittadini e istituzioni uniti per un’Italia che sappia valorizzare e prendersi cura degli anziani
Nel 2040, un terzo della popolazione italiana avrà più di 65 anni. Venti milioni di italiani anziani, 8 milioni in più rispetto ai 12 milioni censiti nel 2012. All’Italia che diventa d’argento servono una legislazione e una gestione delle politiche pubbliche che si “svecchino” per essere al passo coi tempi.
Persone ancora attive e capaci di vivere il proprio tempo liberato e in consapevolezza, anche portando un contributo concreto alla crescita del Paese e persone fragili, e persone sole, sempre più ai margini delle dinamiche sociali. Sono questi i due estremi di un panorama ampio e articolato di cui si compone il mondo degli anziani. Un tema diventato prioritario anche a livello europeo, tant’è che la Commissione europea ha promosso un programma di “partnership per l’innovazione sull’invecchiamento attivo e in salute”. L’Europa ha individuato l’invecchiamento attivo e sano come una grande sfida sociale comune a tutti i Paesi europei. Se sapranno affrontarla e vincerla, il Vecchio Continente potrà guidare il mondo nel fornire risposte innovative a questa emergenza sociale.
L’obiettivo generale della partnership europea sarà quello di aumentare la durata media della vita sana di due anni entro il 2020. Per raggiungere questo traguardo è però necessario riconsiderare tutte le prassi, le procedure e le abitudini a cui siamo oggi avvezzi e non solo quelle immediatamente riconducibili allo stereotipo dell’anziano. Dai trasporti alla sicurezza, dall’alimentazione alle comunicazioni, dai requisiti delle abitazioni e dei luoghi pubblici alle modalità di interazione sociale, dalla formazione alla definizione di soluzioni finanziarie e di investimento a misura di una società con un’aspettativa di vita inimmaginabile mezzo secolo fa.
Affrontare il tema dell’invecchiamento della popolazione non è una questione sanitaria, è una questione che investe tutta la società che non può essere delegata alle sole Istituzioni. Temi di portata così vasta hanno bisogno dell’apporto di tutte le energie propulsive della comunità.
Per questo è più che mai necessaria una vera e propria alleanza italiana per l’healthy ageing, che sappia valorizzare le buone pratiche sperimentate al livello nazionale e internazionale, oltre che sviluppare, condividere e fare proprie le più innovative ed utili soluzioni organizzative, sociali, ambientali, politiche, culturali e scientifiche per il nostro Paese per favorire una vita il più possibile in salute, anche dopo i 65 anni.
E’ necessaria un’alleanza in cui i soggetti istituzionali, associativi, medici, sociali e del mondo produttivo e delle professioni, sappiano portare il proprio contributo a una visione complessiva del mondo dell’anziano. Occorre far presto e trasformare l’alleanza per l’healthy ageing nell’avamposto e nella fucina di nuove idee, politiche e azioni concrete per gli ultra sessantacinquenni.
L’obiettivo a medio termine è favorire l’innovazione di servizi, processi e prodotti, e parallelamente snellire la catena dell’innovazione e ridurre l’attesa per la produzione e la diffusione delle soluzioni frutto di ricerca e sviluppo. In definitiva, questo produrrà benefici per le persone anziane e per chi se ne prende quotidianamente cura dentro e fuori le mura domestiche.
Le istituzioni europee, gli Stati membri e tutte le parti interessate devono rispondere, insieme e nei propri rispettivi ruoli, alle sfide che l’invecchiamento della popolazione rappresenta. La Commissione ha definito la sua risposta proponendo dispositivi di governance suggerendo un quadro di monitoraggio e di valutazione per garantire il raggiungimento tempestivo degli obiettivi principali, il miglioramento e lo sviluppo delle condizioni quadro degli interventi dell’UE.
La proporzione delle persone di 65 anni ed oltre sta crescendo molto velocemente a livello mondiale così come i costi sanitari ad essa connessi. Secondo l’OMS, le singole nazioni potranno permettersi tali tassi di popolazione anziana solo se i governi sapranno mettere in atto programmi per il mantenimento in salute di quei soggetti, ricordando che per salute l’OMS intende “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non semplicemente assenza di malattia o infermità”.
Ognuno può e deve fare la propria parte. Le priorità di intervento rappresentano, infatti, elementi su cui molto può fare la responsabilità ed una azione diretta dei singoli soggetti: dieta, attività fisica e stile di vita sano, seguire le indicazioni dei professionisti sanitari per immunizzazione, corretto uso dei farmaci, aderire a programmi di screening. Tutto il resto spetta alla società nel suo complesso.
L’Italia è uno dei Paesi più longevi al mondo. Un’attesa di vita che si allunga grazie al progresso della scienza e una sempre ridotta natalità, stanno difatti ridisegnando il profilo demografico italiano.
Istituzioni, società e mercati devono cogliere la sfida di adeguarsi al mutato scenario, completando, anche attraverso iniziative di sussidiarietà, il mosaico di un intervento complessivo verso una società multigenerazionale. Scienziati, economisti, rappresentanti dei cittadini, esponenti illuminati della società civile hanno l’opportunità – anzi, il dovere morale e civico – di creare un avamposto di divulgazione, sensibilizzazione e pungolo verso i decisori istituzionali con l’obiettivo di portare il tema dell’invecchiamento attivo e in salute al centro dell’agenda politica ed economica.
Occorre creare una vera e propria ALLENZA per L’HEALTHY AGEING che riunisca in un unico coordinamento tutte le forze cliniche, scientifiche, politiche e sociali aventi interesse e potenzialità per impegnarsi per un invecchiamento il più possibile salutare della popolazione. Un’azione a 360 gradi sul mondo degli anziani, con proposte innovative e di alto tenore scientifico e di altrettanto impatto sociale con buone capacità di comunicazione.
Obiettivo dell’ALLEANZA sarà quello di studiare, promuovere e favorire la realizzazione di politiche ed attività per un invecchiamento attivo ed il più possibile in salute finalizzate a declinare, nel nostro Paese, gli atti di indirizzo della Partnership dell’Unione Europea sull’Healthy Ageing per migliorare la salute e la qualità della vita delle persone anziane, ridurre il carico assistenziale per chi se ne prende cura e garantire nel contempo la sostenibilità e l’efficienza dei sistemi sociosanitari ed assistenziali nel lungo periodo.
L’ALLEANZA si proporrà come interlocutore privilegiato nei confronti di decisori istituzionali nella definizione delle politiche sull’invecchiamento attivo.
L’ALLEANZA dovrà essere fortemente presente sui media grazie ad un’attenta e continua attività di presidio dello scenario mediatico e di intervento proattivo in tutti i contesti utili a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’invecchiamento attivo, contribuendo a smontare luoghi comuni e stereotipi anacronistici.
L’ALLEANZA dovrà sviluppare anche una stabile e riconoscibile presenza nel web e sui social network per diventare il punto di raccolta di tutte le informazioni sull’Healthy Ageing ed il ritrovo virtuale della comunità interessata al tema.
Le politiche sanitarie in un’epoca di forte consapevolezza della popolazione non possono essere ‘calate dall’alto’, ma devono essere sostenute coralmente: le scelte di politica sanitaria devono trovare una larga condivisione da parte dei destinatari.
L’ALLEANZA coinvolgerà, perciò, le principali forze civiche oltre che scientifiche del Paese interessate alla salute dell’anziano cercando di sviluppare una sensibilità diffusa nel mondo istituzionale e politico sulle problematiche e le opportunità dell’Healthy Ageing al fine di favorire la più rapida adozione ed implementazione dei suggerimenti della Commissione Europea sull’invecchiamento attivo.
Un vero e proprio ponte lanciato tra le generazioni di questo Paese e dell’Europa intera per creare un approccio di sistema alle stagioni della vita. Sarà questo il vero nuovo traguardo del genere umano: esplorare una dimensione dell’esistenza dove, fino a pochi anni fa, si pensava di non poter arrivare.
Roma, 25 novembre 2014
- 23 Novembre, 2014
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Anziani più lucidi se hanno studiato musica da bambini
Basterebbero pochi anni trascorsi a studiare musica da bambini per garantirsi un cervello più in salute da anziani.
Lo sostiene uno studio della Northwestern University pubblicato sul Journal of Neuroscience.
In particolare, da una ricerca effettuata su 44 ultracinquantenni, è emerso che chi, in giovane età, aveva frequentato corsi di musica per qualche anno risultava avere una maggiore reattività cerebrale in risposta all’ascolto dei suoni vocali rispetto a chi invece non si era mai cimentato con uno strumento.
Secondo gli esperti, lo studio della musica da bambini potrebbe essere un buon investimento per la salute futura del cervello, visto che il tempismo con cui la mente reagisce ai suoni è una delle prime abilità cognitive che si danneggiano con l’invecchiamento.
- 12 Ottobre, 2014
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