Scoperto legame tra sonno e sviluppo dell’Alzheimer
Potrebbe essere il sonno il “pezzo mancante” nel puzzle della malattia di Alzheimer. Gli scienziati della University of California a Berkeley (Usa) hanno infatti trovato prove convincenti secondo cui chi dorme poco – in particolare soffre di un deficit del sonno profondo, quello maggiormente ristoratore e necessario per far sì che si sedimentino i ricordi – è a maggior rischio di formazione di placche beta-amiloidi, che innescano la malattia attaccando la memoria a lungo termine nel cervello. “I nostri risultati rivelano che esiste un nuovo percorso attraverso il quale la malattia di Alzheimer può causare il declino della memoria nel corso della vita”, afferma il neuroscienziato Matthew Walker, autore senior dello studio pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. Utilizzando una potente combinazione di imaging cerebrale e di altri strumenti di diagnostica su 26 anziani sani, i ricercatori hanno rilevato il legame tra cattiva qualità del sonno, scarsa memoria e accumulo di proteine tossiche beta-amiloidi. La buona notizia, dice Walker, è che i problemi di sonno sono potenzialmente curabili e possono anche essere migliorati attraverso l’esercizio, terapia comportamentale e una stimolazione elettrica che amplifica le onde cerebrali durante il sonno, tecnologia che è stata utilizzata con successo nei giovani adulti per aumentare la loro memoria durante la notte. “Questa scoperta offre una speranza – conclude – perché il sonno potrebbe essere un nuovo bersaglio terapeutico per la lotta contro i disturbi della memoria in adulti più anziani e anche quelli con demenza”. (AdnKronos Salute)