Sezione: Area Media
Il vaccino ti spetta. Tu che aspetti? Parte la campagna “Io ci vado” per la salute degli anziani
Michele Conversano (HappyAgeing): “La polmonite è la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Il nostro obiettivo è ridurre il numero di decessi del 60%”
A partire da quest’anno, oltre al vaccino anti influenzale, quello anti pneumococco è gratuito per gli over 65. La novità, prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017 -2019 e inserita nei nuovi Livelli essenziali di assistenza, è stata introdotta per arginare il rischio di contrarre malattie da pneumococco, un batterio potenzialmente pericoloso e letale per l’uomo e che nella popolazione anziana provoca le polmoniti. Eppure la percezione dei rischi è ancora scarsa: solo un anziano su tre sa che di polmonite si può morire. Per questo motivo, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo HappyAgeing con la nuova campagna “Io ci vado” e il claim “ll vaccino Ti spetta. Tu che aspetti?” esorta i nati nel 1952 e tutti gli anziani a far proprie queste conquiste di prevenzione, compiendo un importante gesto in difesa della propria salute.
A fotografare la situazione, una ricerca quantitativa condotta da AstraRicerche nel mese di settembre su un campione di oltre mille italiani: nonostante rispetto a due anni fa siano aumentate sia la conoscenza del vaccino contro la polmonite (+12,8%, +19% negli over60) sia il numero di persone che dichiarano di essere vaccinate contro la polmonite (+4,8%) gli anziani (la ricerca è sugli over 60) si sentono sempre meno a rischio, tanto che solo 1 su 10 ha la percezione di poter contrarre personalmente la malattia. Inoltre, rimangono alcuni falsi miti sulle modalità di prevenzione: per 4 persone su 5 è sufficiente mantenersi genericamente in buona salute, per 1 su 3 lavarsi le mani. Solo 1 intervistato su 3 pensa che la prevenzione della polmonite passi attraverso la vaccinazione.
“Ogni anno, in Italia, sono migliaia i decessi e i ricoveri ospedalieri per complicanze derivate da malattie evitabili grazie a un vaccino come polmoniti batteriche, influenza o herpes zoster, quasi tutti anziani – ha voluto ricordare Michele Conversano, presidente di HappyAgeing in occasione del lancio della campagna – In particolare, la polmonite è ancora la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi occidentali. Se si abbinasse la vaccinazione antinfluenzale al vaccino anti pneumococco, si potrebbe arrivare a ridurre il numero di decessi fino anche del 60%. Far conoscere questo diritto ed esigerlo in tutta Italia è un dovere civile verso sé e verso la collettività”.
In aggiunta, la mancata vaccinazione genera costi che gravano sul sistema sanitario, sui pazienti e sulla spesa sociale in generale: un recente studio condotto dall’ ALTEMS dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e presentato in occasione del Congresso della Società Italiana di Health Technology Assessment stima in circa un miliardo di euro annuo il costo complessivo e l’impatto fiscale della mancata vaccinazione contro lo pneumococco, le polmoniti batteriche e l’herpes zoster e la conseguente malattia della popolazione attiva in Italia. Una cifra enorme e altrettanto sottostimata, se si tiene in considerazione che la gran parte delle persone maggiormente esposte a contrarre malattie evitabili come da PNPV, ha più di 65 anni.
“Contribuire a una corretta informazione sulle vaccinazioni, con attenzione particolare a quelle rivolte alle persone anziane, è uno degli obiettivi che ci siamo posti come Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo – ha dichiarato Marco Magheri Direttore di HappyAgeing – Lo scorso anno abbiamo così promosso una campagna di sensibilizzazione e informazione che ha raggiunto oltre 10 milioni di cittadini. Con questa campagna, particolarmente efficace dal punto di vista comunicativo, puntiamo a raggiungere un risultato ancora più ambizioso, incrementare il numero degli anziani vaccinati, già da questo autunno”.
La campagna di HappyAgeing lancia un appello a non perdere l’appuntamento con la salvaguardia della salute attraverso “Vacciomino” character appositamente realizzato da Peter Goes, che rappresenta una fialetta di vaccino umanizzata. La campagna stampa e radiofonica, ideata da direttore creativo Fabio Ferri e presente anche sui social con l’hashtag #tispetta, invita a non perdere l’appuntamento con la prevenzione in difesa della propria salute.
Lo scopo dell’Alleanza – costituita dalla Società Italiana di Igiene (SItI), la Società Italiana di Geriatria e Gerontologia (SIGG), la Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER), i sindacati, SPI CGIL, FNP CISL e UIL Pensionati, la FAP ACLI e Federsanità ANCI – è contribuire al raggiungimento di migliori condizioni di salute per gli over 65. Un’azione ispirata anche dalla Commissione Europea che pone per il 2020 il traguardo dell’allungamento di 2 anni della vita in salute dei cittadini, indicando le vaccinazioni come uno dei cinque pilastri – quello più efficace già nel breve periodo – per mantenersi in salute e al riparo da patologie evitabili.
Scarica la locandina della Campagna
- 6 Novembre, 2017
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Un miliardo di euro il costo di mancata vaccinazione contro pneumococco, le polmoniti batteriche e l’herpes zoster
Michele Conversano (HappyAgeing): “Abbassare l’età di indicazione per le vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica a 50 anni.”
Comunicato stampa. Roma, 13 ottobre 2017 – La mancata vaccinazione genera costi che gravano sul sistema sanitario, sui pazienti e sulla spesa sociale in generale: è stato presentato oggi uno studio che stima in circa un miliardo di euro annuo il costo complessivo e l’impatto fiscale della mancata vaccinazione contro lo pneumococco, le polmoniti batteriche e l’herpes zoster e la conseguente malattia della popolazione attiva in Italia. L’analisi condotta dall’ health technology assessment e presentata oggi all’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma evidenzia gli effetti delle mancate vaccinazioni dei soggetti lavoratori sul gettito fiscale, sulle mancate retribuzioni e sul conseguente calo di produzione e vendita di beni e servizi.
“Lo studio presentato al Congresso SIHTA dà straordinaria evidenza di quanto sia rilevante il tema delle vaccinazioni in un Paese come il nostro, uno dei più longevi. – commenta Michele Conversano, Presidente HappyAgeing, l’Alleanza Italiana per l’Invecchiamento attivo. L’analisi, prendendo in esame solo gli under 65, evidenzia l’opportunità di abbassare l’età di indicazione per le vaccinazioni antinfluenzale e antipneumococcica progressivamente ai 50 anni, come indicato nel position paper dell’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo.”
Ogni anno, in Italia, sono migliaia i decessi per complicanze da influenza e per complicanze broncopolmonari di origine batterica, quasi tutti tra gli anziani. La polmonite è ancora la prima causa di morte per malattie infettive nei Paesi Occidentali, ma tra gli anziani solo uno su tre sa che si può morire di polmonite.
- 13 Ottobre, 2017
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Anziani, patrimonio della cultura italiana, migliorare le politiche per l’invecchiamento attivo
Il 2 ottobre si festeggiano i nonni, una ricorrenza che non solo serve a celebrare gli anziani di tutta Italia, ma che dovrebbe essere un invito alle istituzioni per attuare politiche di welfare migliori e più attente alle loro esigenze. A ribadirlo è HappyAgeing, l’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo che ricorda come, anche se più longevi d’Europa e secondi al mondo solo ai giapponesi, i nonni italiani devono prestare particolare attenzione al loro stile di vita e alla salute.
Come evidenziato dal mondo scientifico, infatti, da un recente rapporto Istat, dopo i 75 anni vedono un peggioramento della qualità della vita e circa un anziano su due soffre di almeno una malattia cronica grave. Una situazione che, peraltro, in Italia, registra inaccettabili diseguaglianze tra una regione e l’altra.
HappyAgeing, Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, in occasione della festa dei nonni rinnova l’invito alle istituzioni nazionali e locali a promuovere attività di sensibilizzazione sul territorio per la valorizzare una risorsa attiva della società attraverso la piena attuazione di quelli che sono considerati i pilastri per un invecchiamento attivo: alimentazione sana, attività fisica, prevenzione e salvaguardia della salute, tra cui le immunizzazioni.
“In un Paese che cambia velocemente, i nonni sono il ponte tra le tradizioni e il futuro e rimangono ancora un punto di riferimento per le nuove generazioni. – dichiara il direttore di HappyAgeing, Marco Magheri – Contribuiscono attivamente all’economia familiare, sopperiscono molto spesso alle carenze di un compiuto sistema di welfare accompagnando i nipoti a scuola e nelle attività ricreative, sono i migliori confidenti dei più giovani e il loro scrigno di storia e storie. Gli anziani, i nonni d’Italia, sono un patrimonio di conoscenza, esperienza, valori, da celebrare oggi ma da tutelare ogni giorno, rinsaldando quella connessione intergenerazionale contro la cultura dello scarto.”
- 2 Ottobre, 2017
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Un morto da fumo ogni 6 secondi
L’esperto: paura delle ricadute e senso di abbandono sono i maggiori ostacoli alla cessazione dal fumo. Il 70% dei fumatori prova a smettere da solo tra 4 a 9 volte
Mai come nel processo di cessazione dal fumo e quindi nel percorso di guarigione da quella che è una vera e propria dipendenza (sia fisica che psicologica) è necessaria non solo una stretta alleanza terapeutica ma la formazione di un paziente esperto nella gestione del suo percorso. I pazienti che affrontano un percorso di cessazione hanno bisogno di politiche, strutture e strategie di supporto. Invece l’1% smette senza alcun aiuto, con fatica e con alto rischio di ricaduta, pari al 97%.
Il fumo uccide una persona ogni sei secondi, per un totale di oltre 80 mila decessi l’anno, di cui il 25% interessa persone tra i 35 e i 65 anni di età. Eppure a questi dati viene data minore rilevanza e dignità di quelli che riguardano ad esempio i decessi per incidente stradale, circa 3500 l’anno e la meningite che ha causato 629 morti totali nel triennio 2013-2016. I morti da fumo sono ignorati, dimenticati e lasciati soli anche quando vorrebbero guarire dalla propria dipendenza.
Secondo il Ministero della Salute nel nostro Paese il fumo è la prima causa di mortalità e morbilità evitabile con un corollario di spese che si aggira intorno all’8% della spesa sanitaria totale per un totale di spese ospedaliere di oltre 500 euro l’anno per ciascuno degli oltre 11 milioni di tabagisti. Un numero da abbattere di almeno il 10% entro il 2018 come stabilito dal Piano Nazionale della Prevenzione 2014 – 2018.
La dipendenza da tabacco è riconosciuta come una malattia, sia nella classificazione internazionale delle malattie dell’OMS (ICD-10) che nel Manuale di Diagnostica Statistica dell’Associazione Americana Psichiatrica (DSM-IV). Condivide con le altre dipendenze gli stessi meccanismi neurochimici di base. La nicotina è il più importante componente che può determinare dipendenza dal tabacco, perché determina a livello biomolecolare una serie di alterazioni che portano il fumatore ad una crescita progressiva e inarrestabile del fumo di sigaretta mediante: aumento numerico dei recettori nicotinici; alterazione dei meccanismi di autoregolazione della volontà; modificazioni delle funzioni cellulari e alterata percezione del piacere.
Occorre inoltre abbattere lo stigma sociale che vede il fumatore ‘causa del suo male’ e responsabile delle proprie disgrazie. Fumare è una scelta sottovalutata quando da giovanissimi si accende la prima sigaretta e le maglie della dipendenza si chiudono strette intorno al fumatore. Particolarmente a rischio è l’esposizione fetale alla nicotina e la trasmissione transgenerazionale delle modificazioni epigenetiche che ne conseguono. Sebbene la maggior parte dei fumatori voglia smettere i tentativi sono spesso destinati a scarso successo se non pianificati e messi in atto all’interno di strategie integrate, come dimostrato da numerosi studi prospettici (Cummings e Carpenter, Lancet 2017). Smettere di fumare senza una assistenza professionale adeguata non è semplice per vari motivi: il fumo si configura come una addiction, una dipendenza comportamentale vera e propria, ed esiste una vulnerabilità neurobiologica in termini di sensibilità e reward colinergico in alcune aree cerebrali.
I risultati dell’indagine condotta dall’associazione di pazienti francesi FFAAIR (Federation Francaise de Association et Amicales de Malades Respiratoires) riporta che i fumatori fanno almeno tre tentativi per riuscire a smettere è uno su cinque, mentre il 70% prova da 4 a 9 volte. Si è visto invece che percorsi di cessazione strutturali sono più efficaci e più a lungo termine. Secondo il rapporto dell’associazione francese FFAAIR sul uso del tabacco condotto su 352 tabagisti con malattie respiratorie, la BPCO è il problema più rappresentativo con il 46% dei soggetti , seguita dalla sindrome delle apnee notturne (con il suo corollario di rischi a carico del cuore) per il 43% e il 20% che sviluppa asma. Mentre il 77% ha almeno una malattia concomitante come ipertensione (37%) obesità (22%) elevati a livelli di colesterolo (li ha 1 su 5) a cui seguono problemi cardiaci (16) diabete (15) e depressione (13). Dal campione esaminato 6 pazienti su 10 ha fumato nel corso della vita e l’ 1% ha riferito una assistenza insufficiente da parte del medico rispetto al intenzione di smettere di fumare. Nel 68% dei casi i medici di fronte alla diagnosi di malattie respiratorie ha suggerito di smettere di fumare ma senza proporre strategie o indirizzare né tantomeno di procedere ad un follow-up sul paziente. La stessa percentuale di soggetti il 78% che ha riferito di sentirsi sola è persa quando ha deciso di smettere di fumare, e non sapere esattamente come farlo. Quando la volontà non basta le persone cercano aiuto, ma 4 su 10 ritengono che i costi finanziari siano una barriera molto alta al loro proposito di salute. Per la metà dei soggetti intervistati (51%) la decisione di dire basta al fumo è coincisa con la diagnosi della patologia respiratoria.
Una larga quota di fumatori è interessata a smettere ma non riceve proposte concrete e ricevibili: il 52% semplicemente si arrangia al 27% vengono prescritti i prodotti sostitutivi a base di nicotina e al 10% i farmaci, mentre il 7% riceve una qualche forma di supporto psicologico come colloqui motivazionali. Solo il 15% ha riferito di aver cercato e ricevuto supporto medico mentre il 64% non ha ricevuto alcuna assistenza professionale sanitaria. “Paura delle ricadute 42% perdita di motivazione 36% e precedenti tentativi falliti 32% insieme al timore di prendere peso sono i maggiori timori e deterrenti a smettere mentre sono infatti positivi sapere di avere un professionista sanitario di supporto al programma di cessazione 49% e l’accesso immediatamente dopo ai farmaci che oggi in Francia sono a carico del SSN” commenta il Biagio Tinghino, Presidente SITAB. I fumatori sono ormai stigmatizzati quasi ovunque e sperimentano una mancanza di supporto e un forte senso di solitudine e abbandono che rappresenta un ostacolo al proposito di superare la propria dipendenza.
- 31 Maggio, 2017
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Al via il 22 maggio da Napoli il Festival dello Sviluppo Sostenibile. Tema principale: le disuguaglianze
HappyAgeing aderisce all’iniziativa di sensibilizzazione sui temi dell’Agenda 2030 dell’ONU.
Parte il 22 maggio da Napoli il primo Festival dello Sviluppo Sostenibile, l’iniziativa che intende sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’Agenda dell’ONU del 2030, organizzata dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), alla quale aderisce HappyAgeing e oltre 160 istituzioni e reti della società civile. La giornata avrà come tema principale le disuguaglianze, con una serie di conferenze e dibattiti su argomenti quali l’educazione, la salute e il lavoro per ragionare sulla trasversalità del problema.
Ridurre le disuguaglianze di ordine sociale, etnico, politico ed economico tra gli abitanti del pianeta, infatti, è uno dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile che l’Assemblea Generale dell’ONU (settembre 2015) si è prefissata di raggiungere entro il 2030, (inseriti nell’Agenda 2030), insieme ad organizzazioni internazionali, governi nazionali ed enti territoriali, associazioni imprenditoriali e della società civile.
La città partenopea storicamente ha conosciuto, affrontato e, non di rado, trovato soluzioni innovative ai problemi delle migrazioni, della povertà e della disgregazione sociale. Si pone quindi come località ideale per l’inaugurazione del primo degli oltre 200 incontri che si terranno in tutta Italia fino al 7 giugno e che cercheranno soluzioni ai problemi delineati dall’ONU a settembre 2015. Appuntamento il 22 maggio al Palazzo Reale di Napoli con rappresentanti delle Istituzioni, della vita politica e sociale.
Sono attesi il sindaco di Napoli Luigi De Magistris; Dario Franceschini, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo; Andrea Gavosto, Direttore Fondazione Agnelli; Monica Maggioni, Presidente, RAI; Susanna Camusso, Segretaria generale CGIL. La giornata si articolerà in quattro sessioni, ciascuna dedicata a un tema specifico: educazione e cultura; sviluppo e imprenditoria; alimentazione e salute; lavoro e welfare. L’evento sarà trasmesso in streaming su internet e con una diretta Twitter curata dal Segretariato ASviS, che sintetizzerà in tempo reale i contenuti degli interventi dei singoli relatori.
Il secondo evento del dello Sviluppo Sostenibile avrà luogo a Milano il 1° giugno e rappresenterà un’occasione di discussione sul mondo delle imprese. Il festival si concluderà il 7 giugno a Roma, con un evento rivolto alle istituzioni: in questa giornata l’ASviS si propone di presentare loro un resoconto di quanto emerso durante le 17 giornate per stimolare riflessioni istituzionali e ispirare sviluppi futuri.
Scarica il programma dell’evento inaugurale a Napoli
- 15 Maggio, 2017
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