I medici di famiglia promuovono in massa la vaccinazione contro l’influenza degli over65. Il 99,7% ritiene si tratti di uno strumento di prevenzione importante e prioritario; il 99% non teme gli effetti avversi che giudica rari o poco frequenti, e il 74% dà il buon esempio sottoponendosi all’iniezione-scudo. Ma solo il 30% si dice soddisfatto delle azioni pubbliche messe in atto per promuovere la profilassi antinfluenzale tra gli anziani: per il 70% bisogna fare di più. Questo il risultato di un’indagine condotta da Metis, società scientifica dei medici di medicina generale, su un campione di mille camici bianchi di famiglia.
Sul punto è intervenuto anche Michele Conversano, presidente di HappyAgeing. “È stato dimostrato – evidenzia l’igienista al vertice dell’Alleanza – che il vaccino adiuvato con MF59 evoca negli anziani una risposta immunitaria significativamente superiore rispetto ai vaccini trivalenti convenzionali, che migliora con la somministrazione ripetuta annualmente. Ciò permette di ridurre il rischio di ricovero del 25%. Nell’anziano la vaccinazione produce un’immunità reattiva anche contro ceppi influenzali non inclusi nel vaccino, offrendo una protezione più ampia verso i vari ceppi circolanti. Questo vaccino può essere considerato lo strumento preventivo d’elezione nella fascia over65 non solo per l’efficacia, ma anche per la sicurezza, come accertato da 15 studi su quasi 11 mila persone”. Un modello di simulazione farmaco-economica indica inoltre che, ipotizzando di coprire con l’adiuvato il 66% degli anziani e presupponendo per il Servizio sanitario nazionale un costo di 1 miliardo di euro per la gestione di influenza e complicanze in assenza di un programma di vaccinazione, il risparmio sarebbe superiore a 80 milioni.