Oggi è la Giornata mondiale delle polmoniti. L’Organizzazione mondiale della Sanità ha scelto di accendere i riflettori su una patologia spesso sottovalutata. Un errore strategico molto grave. Le infezioni dell’apparato respiratorio sono infatti la prima causa di morte tra gli over65 e nella prima infanzia. Una strage silenziosa che passa inosservata. Le polmoniti sono quasi sempre una complicazione di altre malattie. Ogni anno in Italia muoiono oltre 5.000 anziani per le polmoniti pneumococciche sviluppate dopo la sindrome influenzale stagionale. Morti evitabili attraverso il ricorso alla vaccinazione antipneumococcica. Trattamento sicuro che protegge da eventi molto gravi.
L’Organizzazione mondiale della Sanità ha ricordato che la prevenzione è l’arma più valida per ridurre i decessi. C’è poi il problema della sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. Secondo alcuni dati diffusi dall’agenzia delle Nazioni Unite, prevenire le polmoniti attraverso le immunizzazioni potrebbe far risparmiare il 30 per cento delle risorse impiegate per le ospedalizzazioni dei pazienti. Ospedalizzazioni che in alcuni casi finiscono per far diffondere ancora di più l’infezione. Entro il 2050, il 34 per cento della popolazione europea avrà più di 65 anni. La prevenzione attraverso i vaccini è quindi uno dei mezzi per garantire l’invecchiamento attivo e in salute. Una necessità secondo l’Oms e una priorità per la Commissione europea. L’esecutivo di Bruxelles ha infatti raccomandato ai Paesi membri di mettere in campo tutte le iniziative possibile per far aumentare di due anni entro il 2020 l’aspettativa di vita in salute dei cittadini dell’Ue.
Happyageing è impegnata proprio su questo fronte. Missione ricordata anche nelle scorse ore durante il summit internazionale organizzato a Bruxelles dalla International federation of Ageing-IFA, organizzazione attiva a livello mondiale di cui Happyageing è membro. L’Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo si augura che lo Stato e le Regioni si impegnino per aumentare gli investimenti in prevenzione e per eliminare le differenze nell’erogazione delle immunizzazioni alla cittadina. Situazione causata dalla presenza di ventuno Servizi sanitari regionali diversi. Una condizione spesso causa di discriminazioni territoriali vere e proprie.