Il Trentino ha predisposto il suo piano provinciale della prevenzione 2015-2018 in materia di salute, come previsto dal piano nazionale. Scopo è ridurre del 25% la mortalità precoce ed evitabile entro il 2025, numeri che nel contesto locale si traducono nel ridurre la mortalità evitabile dai circa 700 decessi l’anno a circa 525 decessi l’anno entro il 2025. A presentarlo sono stati l’assessora provinciale competente, Donata Borgonovo Re, e il direttore dell’azienda sanitaria, Luciano Flor. Si tratta, come hanno spiegato, di un piano a costo zero, dal momento che punta a riorganizzare e ottimizzare una serie di pratiche in Trentino in gran parte già avviate. Due gli esempi portati da Flor. Il primo nell’eccesso di utilizzo degli antibiotici, “che non servono per l’influenza – ha ricordato – anzi comportano conseguenze a cascata non benefiche per la salute e per i quali è necessario proseguire nella campagna informativa nei confronti sia di chi li prescrive che di chi li assume. Il secondo nel calo delle vaccinazioni obbligatorie per i bambini, per le quali sono state tolte le sanzioni, ma restano un importante investimento in salute. In proposito non è inutile ricordare che il panico creatosi qualche tempo fa per un’epidemia di meningite nelle discoteche della zona di Treviso è evitabile coi vaccini, così come di recente ho visto il caso di una bambina, non trentina, affetta da miocardite in seguito a una malattia infettiva, che andrà al trapianto. Un solo caso come questo deve essere un monito”. Il piano provinciale segue le dieci priorità indicate a livello nazionale e individua 14 programmi. Nel 2015 è prevista la stesura, che ora vedrà 90 giorni per la valutazione da parte del ministero, poi dal 2016 al 2017 dovranno essere almeno il 70% gli indicatori cosiddetti sentinella soddisfatti con il 20% al massimo di scostamento dai parametri stabiliti. Nel 2017 sarà possibile riformulare gli obiettivi e nel 2018 la quota di soddisfazione dei parametri dovrà raggiungere l’80% sempre con uno scostamento massimo del 20%. “Priorità ci sono in tutti i settori – ha spiegato l’assessora -, come ad esempio investire molto sull’età evolutiva, cioè sui primi anni dei bambini, rafforzando anche la famiglia, con una prevenzione seria per i primi mesi di vita. Altro punto è quello degli screening, che ci segnalano da rafforzare ad esempio per quelli audiometrici. E tutto ciò contribuisce ad evitare costi eccessivi nel futuro. Ci sono altri obiettivi che possono sembrare piccoli, come la riduzione di consumo di alcol e tabacco, ma che sono temi all’attenzione anche degli economisti e devo dire che mi piacerebbe un’edizione del Festival dell’economia che pensi proprio agli investimenti in salute e prevenzione come motori di sviluppo”.
Giugno 30, 2015