Il dato emerge da un recente studio dell’Università della Pennsylvania: un messaggio di avviso inviato via cellulare ha aumentato dell’11% l’adesione alla campagna vaccinale
Già nel 2019, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definiva l’esitazione vaccinale come una delle prime dieci minacce per la salute globale. La pandemia di COVID-19 non ha fatto altro che incrementare questa problematica, tanto complessa quanto di difficile soluzione, non solo per l’aspetto sociopolitico ma anche, e soprattutto, per quello sanitario. Una recente ricerca condotta dall’Università della Pennsylvania (Stati Uniti) e pubblicata sulla rivista JAMA Network Open ha dimostrato che la ricezione di un semplice SMS di avviso, la sera prima dell’appuntamento programmato per la vaccinazione antinfluenzale, sarebbe in grado di aumentare significativamente i tassi di adesione alla campagna vaccinale.
L’esitazione vaccinale
La locuzione “esitazione vaccinale”, ripresa dall’inglese “vaccine hesitancy”, è stata utilizzata per la prima volta nel 2015 da un gruppo di lavoro dell’OMS, creato appositamente per studiare questo fenomeno. Lo scetticismo nei confronti dei vaccini, però, esiste da molto più tempo, almeno dal 1796, anno in cui Edward Jenner, considerato il padre dell’immunizzazione, mise a punto il primo rudimentale vaccino contro il vaiolo.
La definizione che emerge dal resoconto dei ricercatori dell’OMS è quella di una problematica estremamente complessa. Lo stesso termine “esitazione” comprende al suo interno i concetti di “indecisione”, “incertezza”, “ritardo”, “riluttanza” e “rifiuto” ed è strettamente legato al contesto, al periodo storico, alle aree geografiche, alla situazione sociopolitica e al background psicologico e culturale dei singoli individui.
Riconoscendo la rilevanza che questo fenomeno ha nel raggiungimento degli obiettivi di salute individuale e pubblica, negli ultimi anni sono state molte le ricerche che si sono concentrate sull’argomento: epidemiologi, sociologi, psicologi e medici hanno cercato di capire cosa induca riluttanza o rifiuto verso la vaccinazione e quali possano essere le strategie migliori per affrontare questo problema.
Lo studio dell’Università della Pennsylvania
Secondo un nuovo studio, pubblicato a febbraio di quest’anno sulla rivista JAMA Network Open dalla dottoressa Alison M. Buttenheim e dal suo team di ricercatori dell’Università della Pennsylvania, ricevere un semplice SMS di avviso potrebbe incoraggiare le persone a recarsi all’appuntamento per la vaccinazione antinfluenzale.
La ricerca fa parte di un più ampio studio sulla ‘messaggistica vaccinale’ e ha preso in esame un totale di 11.188 pazienti in attesa di ricevere la dose di vaccino antinfluenzale presso le strutture sanitarie Penn Medicine e Geisinger Health e con appuntamento programmato tra il 20 settembre 2020 e il 31 marzo 2021. I partecipanti allo studio sono stati randomizzati e suddivisi in tre gruppi. I pazienti appartenenti al primo gruppo hanno ricevuto un messaggio di testo contenente un promemoria dell’appuntamento e la fotografia di un flaconcino contenente una dose di vaccino seguita dalla dicitura: “Questa dose di vaccino antinfluenzale è stata riservata a te. La potrai ricevere domani presso la tua struttura sanitaria di riferimento. Rispondi ‘Sì’ se vuoi che questa dose sia tenuta in serbo per te, ‘No’ se non sei interessato”. Il secondo gruppo ha ricevuto un messaggio simile ma con alcune piccole modifiche: invece che essere personalizzato, l’SMS conteneva solo la generica informazione: “Domani, presso la struttura sanitaria, saranno disponibili i vaccini antinfluenzali. Rispondi ‘Sì’ se vuoi riceverne una dose, ‘No’ in caso contrario”. Il terzo gruppo di pazienti (gruppo di controllo) non ha ricevuto alcun messaggio.
L’analisi dei risultati ha mostrato che la ricezione del messaggio – sia personalizzato che generico – ha permesso di aumentare i tassi di vaccinazione dell’11% rispetto al gruppo di controllo. Nonostante non si sia riscontrata una differenza statisticamente rilevante tra le due tipologie di SMS, i ricercatori hanno notato che il messaggio personalizzato ha riscosso maggiori adesioni alla campagna vaccinale rispetto a quello in cui il paziente veniva semplicemente informato della disponibilità del vaccino antinfluenzale.
Si tratta di una strategia semplice quanto vincente: a basso costo, ma ad alto impatto. Soprattutto in Italia, dove l’invecchiamento generale della popolazione rappresenta un’importante sfida per la sostenibilità del nostro Servizio Sanitario Nazionale, è quantomai necessario e urgente potenziare gli investimenti volti a promuovere l’adesione alle campagne vaccinali antinfluenzali: in questo senso, un semplice SMS potrebbe permettere di ottenere grandi risultati.
di Giulia Virtù