L’Università di Cagliari si aggiudica un importante riconoscimento per un progetto sull’invecchiamento attivo. Soltanto cinque lavori sono stati ammessi alla speciale giornata di test riservata alle soluzioni e ai prodotti che incorporano le tecnologie dell’informazione e della comunicazione per la terza età nella selezione all’Accademia Reale del Belgio per la scienza e le arti. Tra questi c’è proprio il progetto Heram dell’Università di Cagliari coordinato dal professor Luigi Raffo, e a cui partecipa anche il Comune di Cagliari. Su tre dei cinque parametri di valutazione ha ottenuto il maggior numero di consensi: apprezzate in particolare l’attrattività, la facilità d’uso e l’utilità. Quasi il 90% dei partecipanti al meeting ha dichiarato di essere interessato ad acquistare il sistema una volta in commercio. L’obiettivo del progetto è lo sviluppo di una tecnologia TV-based per utenti anziani in grado di supportarli nelle attività della vita quotidiana. Il sistema offre anche la possibilità di monitorare il loro stato di salute attraverso l’integrazione dei processi di cura, puntando a prolungare la loro partecipazione attiva nella società e garantirne la sicurezza personale e il comfort. Il progetto frutto di un partenariato internazionale di cui l’Ateneo sardo è capofila, ha ottenuto un grande consenso all’interno dell’evento “Real User Experience”, organizzato dalla AAL, l’Agenzia della Commissione europea che lavora per migliorare la qualità della vita degli anziani e di coloro che li assistono, e da “Eurocarers”, l’associazione europea dei “caregivers”, le persone che si prendono cura di parenti disabili o ammalati. L’agenzia AAL (Active and Assisted Living), in particolare, finanzia progetti (che coinvolgano almeno tre Paesi) realizzati in collaborazione con piccole e medie imprese ed enti di ricerca e organizzazioni di utenti che rappresentano le persone anziane.
La collaborazione delle istituzioni con le persone che si prendono cura degli anziani è fondamentale per la definizione di politiche attive in grado di assicurare risposte reali ed effettive alle esigenze degli over65. L’Italia, come Paese membro dell’Unione europea, ha l’onere di assicurare più anni in salute ai suoi cittadini. Il mero aumento dell’aspettativa di vita non è più accettabile.