“L’Italia rimane tra i primi Paesi al mondo per aspettativa di vita. Con 82,7 anni di media ci iscriviamo a pieno titolo nel club degli Stati più longevi del pianeta: occorre però non cullarsi sugli allori. Il dato mostra infatti un arretramento di tre mesi rispetto al rilevamento effettuato nel 2013: quanto la media si era fermata a 83 anni. Risultato in linea con le più recenti rilevazioni Istat”. Così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo, commenta i dati contenuti nel rapporto “World Health Statistics 2016” curato dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Ricordiamo che il mero aumento statistico dell’aspettativa di vita non può più essere, da solo, considerato accettabile – sottolinea l’esperto – Il nostro obiettivo deve essere quello di assicurare anni di vita in salute alla popolazione. Un orizzonte che permetterà di raggiungere la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e l’aumento della qualità della vita”. “Occorre quindi fare in modo che il dato medio italiano cresca e, con esso, la salute dei nostri anziani – conclude Conversano – Prevenzione, nutrizione e movimento devono essere delle stelle polari per il nostro SSN. Dobbiamo investire oggi per evitare di essere travolti dall’aumento della spesa sanitaria domani”.