L’attività fisica si riconferma un “medicinale” potentissimo per la salute degli anziani. Non p necessario essere agonisti per godere dei benefici sempre confermati dalla letteratura medica e dalle ultime ricerche. L’attività fisica, considerata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità alla stregua di una terapia farmacologica, può “allungare” la vita anche se intrapresa soltanto nell’ultima parte di essa. Merito del miglioramento di una serie di parametri osservati negli anziani trattati con una dieta controllata: dalla funzione diastolica all’attività del ventricolo sinistro, dal controllo della pressione sanguigna alla riduzione della massa grassa. Alcuni studiosi statunitensi hanno notato che sia la dieta sia l’attività fisica miglioravano il consumo massimo di ossigeno, un parametro in parte indicativo della funzionalità cardiaca. A sviluppare questo progresso in primis la riduzione del peso corporeo e l’aumento della massa magra, osservato in tutti e tre i gruppi di studio: con tagli ai chili in eccesso compresi tra il tre e il dieci per cento rispetto al punto di partenza.
I dati delle ricerche scientifiche rendono quindi necessario un cambio di mentalità nell’approccio delle istituzioni e delle Federazioni sportive all’attività fisica dei soggetti più anziani. Una politica adeguata può essere determinante per raggiungere un invecchiamento attivo e in salute a fasce sempre più larghe di popolazione. Un risultato imposto da una raccomandazione della Commissione europea a cui HappyAgeing si è più volte richiamata. Servono delle contromisure – una “rivoluzione” vera e propria – per trasformare l’invecchiamento degli italiani in straordinaria opportunità per il Paese e per il Servizio sanitario nazionale.