I pensionati della Cgil fanno sentire la loro voce: basta ticket sulla sanità lombarda e più investimenti per i ricoveri a domicilio piuttosto che per l’ospedalizzazione. Sono i due punti principali espressi dal segretario della Spi Cgil di Milano Sergio Passaretti, in un incontro interno alla Camera del Lavoro, mentre a Palazzo Lombardia si discute sulla riforma della sanità lombarda. Cgil ha cominciato oggi con l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano l’assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano Pierfrancesco Majorino e continuerà domani con quello alla Sanità di Regione Lombardia Mario Mantovani per discutere il ruolo dei sindacati nella prossima riforma. E per mettere al centro la città metropolitana, ente che finora è sempre stato tagliato fuori, nonostante il superamento delle province. C’è un dato che esemplifica quella che Passaretti definisce “una distorsione” della sanità lombarda, schiacciata sul privato e poco attenta alle nuove esigenze dei pazienti: i fondi per la non autosufficienza degli anziani per l’80% sono destinati alle Rsa e solo il 20% ai ricoveri presso i domicili privati. Nonostante questa sia la direzione che pensionati e anziani vogliono imprimere alla nuova sanità. Alla Cgil fa eco l’Auser Lombardia, invitata al dibattito. La domiciliarità è ancora nelle parole ma non nei fatti, registra il presidente dellìAuser milanese Luigi Ferlin, e i modelli da seguire per avvicinarsi alle esigenze degli anziani, ad esempio la Toscana, dove la domiciliarità è molto più diffusa, ci sarebbero. Auser vuole fare pressione insieme a Cgil perché nei prossimi Piani di zona 2015-2017, in discussione da dicembre, sia rafforzato il tema del ricovero a domicilio. Tra i dati che dimostrano come il modello di ricovero degli anziani abbia bisogno di un cambiamento ci sono le richieste ricevute dal Filo d’argento, il numero a cui si rivolgono gli anziani soli: nel 2014 sono state 48 mila, contro le 28 mila di quello precedente.
Febbraio 23, 2015