Informazioni, servizi di salute, case, trasporti, inclusione sociale, partecipazione, spazi all’aperto e lavoro: sono gli otto pilastri su cui intervenire per una città che voglia definirsi “amica degli anziani” (age-friendly), secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha creato una rete delle città amiche degli over65, e un database dove si possano trovare le iniziative finora intraprese delle varie comunità in una ventina di Paesi del mondo, dagli Usa all’Irlanda. Il database, si legge sul sito dell’importante agenzia dell’Onu, è solo uno degli elementi di un progetto più vasto dell’Oms per aiutare le città a sviluppare un ambiente per un invecchiamento in salute e attivo, venendo incontro ai bisogni di una popolazione che invecchia sempre di più in tutto il mondo. Anche piccole misure possono fare una grande differenza nella vita di tutti i giorni. Secondo l’Oms una città, per essere “age-friendly”, deve riconoscere le capacità e le risorse degli anziani, anticipare e rispondere in modo flessibile alle loro necessità, rispettarne le decisioni e stili di vita, proteggere i più vulnerabili, promuovere progetti nelle comunità di inclusione sociale.
Settembre 17, 2015