“Occorre combattere con tutti i mezzi a disposizione le polmoniti e tutte le patologie dell’apparato respiratorio per ridurre il rischio di problemi cardiovascolari. Nel caso delle polmoniti batteriche la vaccinazione contro lo pneumococco resta lo strumento più adeguato. Trattamento che andrebbe sempre accompagnato al vaccino antinfluenzale, sindrome che espone a pericoli rilevanti bronchi e polmoni”, così Michele Conversano, presidente di HappyAgeing, commenta i risultati di uno studio condotto dall’Università di Ottawa e pubblicato su Jama. La ricerca dell’ateneo canadese evidenzia come nei più anziani i ricoveri per polmonite si associno a un aumento a breve e a lungo termine del rischio di malattie cardiovascolari, suggerendo che le infezioni respiratorie sono un importante fattore di rischio cardiovascolare. HappyAgeing è l’alleanza per l’invecchiamento attivo formata dai sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Acli, Federsanità-ANCI, Cittadinanzattiva, Tribunale per i diritti del malato, Società Italiana di Igiene – SItI; Società Italiana di Geriatria e Gerontologia – SIGG; Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa – SIMFER. “Lo studio conferma un trend già emerso durante altre ricerche – continua Conversano – Le polmoniti negli adulti e negli anziani sono un fattore di rischio per tutto l’apparato cardiocircolatorio. Il pericolo di patologie a carico del cuore rimane elevato anche a diversi anni dalla polmonite, parliamo di un 50 per cento in più rispetto a pazienti che non hanno mai sviluppato infezioni dei polmoni”. “Ancora una volta le immunizzazioni dimostrano tutta la loro valenza sul fronte della prevenzione e della tutela della salute dei cittadini più anziani – conclude il presidente di HappyAgeing – Il vaccino contro le polmoniti pneumococciche, se usato su larga scala, eviterebbe diverse migliaia di decessi all’anno solo in Italia. Per combattere il diffondersi di malattie cardiovascolari occorre fare di più anche contro fattori di rischio come fumo, ipertensione e diabete”.