Un nuovo rapporto dell’Ocse sull’invecchiamento generale della popolazione mondiale invita gli Stati a non prendere sottogamba il fenomeno. Oggi si contano in tutto il mondo 868 milioni di persone ultrasessantenni, pari al 12% della popolazione, con proiezioni che si spingono verso i 2,4 miliardi per il 2050, quando 21 persone su 100 avranno più di 60 anni. Tra trentacinque anni ci saranno più ultra-sessantenni che ragazzi sotto i 16 anni e sarà la prima volta nella storia dell’umanità. Un fenomeno questo al quale non sono estranee le nazioni in via di sviluppo, dove già adesso vive oltre il 62% degli ultra-sessantenni del mondo. Lo scenario demografico in molti Paesi dell’Asia e del Sud America sta evolvendo così rapidamente da non dar tempo ai governi di adeguarsi. L’esercito degli over-60 è sempre più nutrito in tutto il mondo; e infatti, non a caso, l’agenda dei Sustainable Development Goal (SDG) per gli anni oltre il 2015 ha per la prima volta riconosciuto gli anziani come parte integrante del processo di sviluppo; occuparsi dei diritti e delle necessità degli anziani è infatti imprescindibile se si vuole perseguire l’obiettivo del “non lasciare nessuno indietro”. Secondo il rapporto OCSE sull’Ageing, il modello di assistenza sanitaria contemporaneo non ha tenuto conto delle variazioni epidemiologiche e delle reali necessità assistenziali della popolazione. Il principale obiettivo rimane quello di costruire nuovi ospedali, acquistare attrezzature innovative e costose, migliorare sempre più i servizi per gli acuti. L’invecchiamento della popolazione richiede invece un deciso cambio di direzione, che sposti il baricentro dalla cura di pochi episodi acuti, alla moltitudine delle necessità dei “cronici”. Uno scenario che riporta in primo piano il ruolo della medicina di famiglia e della continuità assistenziale attraverso diversi attori sul territorio.
HappyAgeing ritiene che i decisori pubblici non possano non considerare questo fenomeno. L’invecchiamento della popolazione italiana può diventare un’occasione di sviluppo per il nostro Servizio sanitario nazionale e per il “Sistema Paese” nel suo complesso. Molto deve essere ancora fatto: su tutti i fronti. Aumentare la copertura vaccinale nella popolazione over60 e lavorare sull’educazione alimentare sono due pilastri imprescindibili per garantire un invecchiamento attivo e in salute.