La polmonite batterica mette a repentaglio la salute degli anziani. Una normale complicanza dell’influenza stagionale che ogni anno uccide oltre 5.000 pazienti di età superiore ai 65 anni. Un killer silenzioso di cui troppo spesso non si parla. Eppure basta un vaccino per evitare di correre rischi inutili e proteggersi durante i mesi invernali.
Uno dei fattori di rischio più importanti è rappresentato dall’età superiore ai 50 anni, in cui si assiste a un fisiologico declino delle funzioni di difesa del sistema immunitario. A questo bisogna aggiungere che nell’anziano si viene cumulando un rischio legato all’esposizione nel corso della vita ai diversi fattori ambientali, a loro volta associati allo sviluppo di patologie croniche. Inoltre, la presenza di patologie di base, che comportano di per sé uno stato di immunocompromissione (diabete, trapianto, terapie immunosoppressive, asplenia, deficit immunitari congeniti), rappresenta essa stessa un fattore di rischio per lo sviluppo di infezioni pneumococciche, unitamente agli stili di vita fondati sull’utilizzo routinario di alcol e/o fumo. È evidente che le condizioni di lungo-degenza in case di cura, nelle quali più soggetti anziani con patologie croniche condividono gli stessi spazi, costituiscono un’ulteriore aggravante alla vulnerabilità del paziente anziano allo sviluppo di malattie invasive da pneumococco; la mortalità per polmonite acquisita in comunità (CAP) in questi casi può infatti arrivare anche al 44%, quasi uno su due.