Ottenere un “tesoretto” per far fronte alle difficoltà economiche, a grosse spese impreviste o dare una mano ai figli a comprare casa, senza svendere la propria. Presto sarà più semplice, e già dopo i 60 anni, ottenere un “prestito vitalizio ipotecario”, un prestito cioè che ha come garanzia l’immobile di proprietà su cui si accende un’ipoteca, e che si rimborsa solo alla morte di chi lo contrae. Una alternativa all’opzione nuda proprietà (si vende la casa, a prezzo ribassato, ma si rimane a viverci) pensata per venire incontro alle esigenze degli anziani che spesso hanno grande patrimonio immobiliare (nove su dieci hanno casa di proprietà) ma basso (o bassissimo) reddito da pensione e difficoltà di accesso a finanziamenti bancari, che ha ottenuto il via libera definitivo del Senato. Il testo vuole risolvere alcune criticità delle norme già esistenti su questo tipo di prestito, diffuso all’estero, che ne hanno impedito il decollo – poco più di un migliaio di pratiche dal 2005 a oggi, mentre nel solo Regno Unito nel 2014, ricordano i firmatari della legge, i deputati del Partito democratico Marco Causi e Antonio Misiani, sono stati stipulati oltre 21 mila contratti per un controvalore di 1,7 miliardi di euro. La nuova norma è molto più dettagliata e porta alcune modifiche rispetto a quella in vigore, a partire dall’età minima per accedere al prestito, che passa da 65 a 60 anni. Il provvedimento, che nasce sulla base di sollecitazioni dell’Abi e dei consumatori, “finalmente mette a disposizione dei cittadini una via alternativa per l’accesso alla liquidità”, osserva il presidente della commissione Finanze del Senato, Mauro Maria Marino (Pd), sottolineando il “sostegno non indifferente” che il nuovo strumento potrà garantire a “quella larga fetta di pensionati che, pur avendo beni immobili, hanno pensioni basse”. Soddisfatte le banche secondo cui si tratta di “una nuova via al credito per i cittadini più anziani, soprattutto per quelle fasce che possono aver bisogno di particolare sostegno”. Ora gli over 60 hanno a disposizione questo nuovo strumento, che presenta diversi i vantaggi rispetto alla nuda proprietà, intanto perché l’immobile è valutato (ed eventualmente venduto alla fine) a prezzo di mercato e soprattutto perché non si perde la proprietà della casa. Così non solo il proprietario non deve lasciare la sua casa (che comunque è posta a garanzia del finanziamento) ma alla sua morte non si preclude nemmeno agli eredi la possibilità di recuperarla, lasciando loro la possibilità di decidere se appunto rimborsare il prestito (in una unica tranche), estinguere l’ipoteca e tenersi appunto l’immobile, oppure di venderlo o farlo vendere dalla banca (sempre a prezzo di mercato), estinguendo il debito. Tra l’altro si potranno concordare le modalità di rimborso graduale di interessi e spese, senza che sia applicata la capitalizzazione annuale degli interessi. I dettagli per l’offerta di questi prestiti saranno fissate con un regolamento del ministero dello Sviluppo economico, sentiti Abi (che plaude alla velocità con cui è stata approvata la proposta di legge che apre una nuova via al credito per i più anziani) e consumatori (unica voce critica quella dell’Adusbef che parla di “nuovo oppio per gli anziani”) che nel frattempo già l’estate scorsa hanno siglato un protocollo con alcune proposte: ad esempio sul fronte trasparenza si propone la simulazione dei tassi di interessi decennali cui si potrebbe andare incontro, mentre a tutela del coniuge più longevo si chiede di prevedere la possibilità di cointestare il prestito a marito e moglie (se residenti entrambi nell’immobile).