Esistono diversi tipi di patologie causate dallo pneumococco. Secondo l’Unicef e l’Organizzazione mondiale della Sanità, l’infezione da streptococcus pneumoniae è tra le principali cause di mortalità e morbosità a livello globale, soprattutto nei bambini di età inferiore ai 2 anni e nei soggetti anziani di età superiore ai 65 anni, in cui causa gravi patologie. Nell’adulto la gran parte delle patologie sostenute da questo batterio è rappresentata dalla polmonite che presenta un’elevata incidenza nella popolazione generale con manifestazioni cliniche eterogenee e gravità variabile. In Italia, dall’analisi delle schede di dimissione ospedaliera si evince un trend in aumento dell’incidenza delle polmoniti pneumococciche nel periodo 2001-2010 con un tasso medio di ospedalizzazione di 9,8/100.000 nella popolazione pediatrica e 16,5/100.000 nei soggetti di età superiore ai 65 anni (queste due fasce di età rappresentano i gruppi di popolazione con i tassi di ospedalizzazione maggiori e insieme contribuiscono al 72% di tutti i ricoveri per polmonite pneumococcica) e con un picco nel 2009, in entrambi i sessi, in concomitanza con la pandemia influenzale da A/H1N1. Il tasso medio dell’intero periodo e pari a 6,5 per 100.000 (7,8 nei maschi e 5,3 nelle femmine). Numeri ai quali vanno aggiunti gli oltre 5.000 decessi che ogni anno si contano nella popolazione con età superiore ai 65 anni.
Evidenze che spiegano quanto sia importante puntare sulla prevenzione. Per evitare di correre rischi inutili è sufficiente una semplice iniezione. Un gesto in grado di proteggerti da una pericolosa complicazione della sindrome influenzale stagionale.