La sua importanza è stata spesso (purtroppo) sottovalutata, ma il vaccino contro l’influenza stagionale è un presidio medico ineguagliabile per tutelare la salute specie dei più anziani
Le operazioni di prenotazione sono relativamente semplici: basta accedere al portale dell’Unità Sanitaria di competenza locale, registrarsi e scegliere il giorno e l’ora dell’appuntamento. Una volta raggiunto il Centro Vaccinazioni, grazie alla celerità e al solido impianto organizzativo sostenuto dai volontari e dal personale sanitario, non bisogna attendere troppo prima di ricevere la propria dose di vaccino contro l’influenza stagionale. Un vaccino che può essere eseguito anche in farmacia e dal medico di medicina generale, a testimonianza dell’ampia gamma di occasioni messe in piedi per fronteggiare l’arrivo dell’influenza.
Infatti, se lo scorso anno le misure preventive già adottate contro il diffondersi del virus SARS-CoV-2 avevano ridotto la circolazione anche del virus dell’influenza, quest’anno già dai primi accertamenti si è visto che l’incidenza dei casi di influenza è in netta crescita (specialmente tra i bambini che possono trasmetterla con facilità ai genitori e ai nonni con cui vengono in contatto). Il trend in aumento degli ammalati di influenza non si è rivelato una sorpresa per gli esperti e nemmeno per le case farmaceutiche che hanno già iniziato ad ottobre la consegna delle prime dosi alle Regioni.
Infatti, esistono più tipologie di vaccino contro l’influenza come spiega il prof. Vincenzo Baldo, Ordinario di Igiene all’Università di Padova e Presidente della sezione Triveneto della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI). “Il vaccino contro l’influenza contiene i principali antigeni del virus e può essere prodotto in modi diversi”, precisa Baldo. “Esistono vaccini vivi attenuti, impiegati esclusivamente nei bambini, e vaccini costituiti dalle parti importanti del virus (quelle che prendono il nome di antigeni, n.d.r.). I vaccini si differenziano in base al diverso processo produttivo e possono essere potenziati, cioè possono contenere una una quantità maggiore di antigene (i cosiddetti High-dose, n.d.r.) oppure una sostanza che aumenta la risposta anticorpale (i cosiddetti adiuvanti, n.d.r.)”.
Far in modo di suscitare una risposta immunitaria da parte dell’organismo è l’obiettivo principale dei vaccini e questo diventa più difficoltoso man mano che si invecchia. “L’immunosenescenza rappresenta infatti il cambiamento del sistema immunitario indotto dall’aumentare dell’età”, prosegue Baldo. “Purtroppo si tratta di un progressivo deterioramento che provoca un’alterazione della risposta infiammatoria ed aumenta la probabilità di avere conseguenze gravi se esposti ad un’agente infettivo. In poche parole diventiamo più attaccabili dai microrganismi, più deboli con l’avanzare dell’età. È per questo motivo che nei soggetti sopra i 65 anni è necessario utilizzare un vaccino potenziato”. Questo spiega perché il vaccino contro l’influenza sia fortemente raccomandato in tutti gli individui a partire dai 60 anni. Inoltre, è raccomandato agli individui di tutte le età ricoverati in strutture per lungodegenti e a quanti siano affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza. A questa categoria appartengono le malattie croniche dell’apparato respiratorio o cardio-circolatorio, il diabete mellito e altre patologie metaboliche, l’insufficienza renale, le emoglobinopatie o le malattie che implicano un abbassamento delle difese immunitarie. Anche coloro a cui sia stato diagnosticato un tumore o che stiano ricevendo un trattamento chemioterapico è suggerito di fare il vaccino contro l’influenza perché un’eventuale infezione in un organismo indebolito potrebbe comportare gravi conseguenze.
In questi ultimi due anni la pandemia da COVID-19 ha portato a interrogarsi spesso sul valore dei vaccini. Alcuni si sono chiesti se con il vaccino contro l’influenza ci si possa ritenere protetti anche dal virus SARS-CoV-2. “La risposta è ovviamente no”, spiega Baldo. “Il virus che causa l’influenza è un virus diverso dal quello del COVID-19 pertanto, anche se hanno caratteristiche simili per la loro trasmissione e la sintomatologia in comune, sono due cose completamente diverse. È quindi necessario difendersi da entrambi e le armi sono sempre le stesse le misure igienico-sanitarie (l’uso della mascherina, l’igiene delle mani e il distanziamento sociale, n.d.r.) e la stimolazione del sistema immunitario (vaccinazione). Gli studi scientifici hanno indicato che è possibile somministrarli anche contemporaneamente, in sedi diverse, e che il profilo di sicurezza e di efficacia rimane uguale per entrambi i vaccini. Ricordo, infine, l’importanza della terza dose di vaccino anti-COVID19 al fine di aumentare le nostre difese nei confronti del SARS-CoV-2”. In considerazione della difficile situazione sanitaria che l’Italia e il resto del mondo stanno vivendo, vaccinarsi contro l’influenza è fondamentale per evitare l’aumento del numero dei malati, facendo in modo di ridurre il carico di lavoro territoriale e la pressione sui servizi ospedalieri già molto impegnati a fronteggiare la pandemia da COVID-19.
Enrico Orzes