Conversano: “Chiamata attiva prevista nei LEA, ma spesso disattesa. Il nostro modello può essere adattato in base alle specificità territoriali. In questo modo tutte le Regioni potranno adempiere”
In occasione del decennale della fondazione di HappyAgeing, presentati i temi del 2024. Macchia: “Aderenza terapeutica, prevenzione di obesità e diabete e udito i nostri focus futuri. Senza dimenticare il lavoro sul ripensamento del ruolo degli over 65 nella società”
Delineare e proporre un modello di chiamata attiva alle vaccinazioni dell’anziano che possa essere adottato dalle diverse realtà regionali del nostro Paese, al fine di incentivare l’adesione della popolazione ultrasessantacinquenne alle vaccinazioni, consapevoli anche del fatto che la chiamata attiva è un Livello Essenziale di Assistenza (LEA) per cui ciascuna Regione ha il compito e il dovere di realizzarla. Con questo scopo HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo ha realizzato un Position Paper intitolato “Strategie di chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano” presentato oggi nel corso di un convegno online. L’evento è stato anche l’occasione per fare un bilancio delle attività di HappyAgeing che proprio nel 2024 celebra i dieci anni dalla sua fondazione.
“La chiamata attiva è riconosciuta come uno dei più efficaci strumenti per ottenere adeguati
livelli di adesione alle vaccinazioni e migliorare quindi le coperture vaccinali. Lo dimostrano in modo inequivocabile le campagne di informazione e chiamata attiva dedicate alle vaccinazioni pediatriche, che in molti casi hanno ormai raggiunto percentuali eccellenti – ha affermato Michele Conversano, Presidente del Comitato Tecnico Scientifico di HappyAgeing – Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo – Nel caso delle vaccinazioni dell’adulto, dell’anziano e delle categorie a rischio, tuttavia, la chiamata attiva non viene utilizzata in modo sistematico su tutto il territorio nazionale, nonostante sia prevista nei LEA. HappyAgeing ha voluto effettuare questo studio ed elaborare un modello di chiamata attiva snello, adattabile ai diversi contesti territoriali ed efficace, per consentire a tutte le Regioni di utilizzare uno strumento di così grande importanza per la salute dei propri cittadini. I risultati di questo lavoro sono contenuti nel Position Paper ‘Strategie di chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano’ presentato oggi”.
Dopo un’analisi delle strategie di chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano attualmente utilizzate su tutto il territorio nazionale, sono state scelte quattro realtà rappresentative: per il Veneto l’AULSS 9 di Verona, per l’Emilia-Romagna la AUSL di Bologna, per il Friuli-Venezia Giulia l’Azienda Sanitaria Universitaria e per la Calabria la ASP di Reggio Calabria. Al termine della disamina delle modalità scelte da ciascuna di queste realtà per effettuare la chiamata attiva alla vaccinazione della popolazione anziana, HappyAgeing ha effettuato una sintesi delle best practiceselaborando così una sua proposta che possa essere adottata dalle Regioni che sono più in ritardo sul tema, adattandola alle specificità territoriali.
I pilastri su cui si fonda il “Modello HappyAgeing per la chiamata attiva” sono quattro: chi, come, quando, dove. A occuparsi della chiamata attiva dovrebbero essere prima di tutto i Medici di Medicina Generale poiché hanno la possibilità di raggiungere in modo capillare la popolazione e possono individuare correttamente le coorti di pazienti a cui rivolgere la chiamata attiva, ottenendo i migliori risultati in termini sia di numero di persone raggiunte sia di adesione alle vaccinazioni. Fondamentale in questo contesto è il ruolo delle Regioni e delle Aziende Sanitarie Locali che devono assumersi il compito di coordinare e definire le strategie di chiamata attiva alle vaccinazioni, monitorando l’andamento delle campagne vaccinali dei propri territori di competenza affinché esse avvengano secondo quanto programmato e definito nei ruoli di ciascun attore e nel rispetto dei criteri di equità e uniformità. Riguardo alle modalità e agli strumenti di comunicazione da utilizzare per raggiungere i cittadini in modo efficace, il “Modello HappyAgeing” tiene conto dell’evoluzione della società e dei mezzi tecnologici a disposizione e per questo propone l’invio di messaggi via sms o email oppure tramite piattaforme di messaggistica istantanea. Dove è già attivo, un mezzo sicuramente molto valido è il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), su cui può essere caricata una comunicazione con l’invito alla vaccinazione, magari offrendo già un appuntamento con data e orario. Un elemento vincente per rendere efficace la chiamata attiva è senza dubbio la personalizzazione del messaggio, ad esempio inviando la comunicazione dell’appuntamento vaccinale in occasione del compimento del 65esimo anno di età, cogliendo così l’occasione per informare i cittadini che a partire da quel momento alcune vaccinazioni sono offerte gratuitamente. Riguardo al luogo in cui effettuare le vaccinazioni dell’anziano, secondo il “Modello HappyAgeing”, l’ideale per l’adulto anziano sarebbe l’ambulatorio del Medico di Medicina Generale, un contesto sicuramente familiare per i pazienti. Dall’esperienza delle Regioni prese in esame emerge l’importanza di creare anche una rete quanto più capillare possibile di ambulatori vaccinali per l’adulto anziano, al fine di garantire quella prossimità necessaria a una maggiore adesione ai programmi vaccinali. Nei territori in cui si registra una carenza di MMG o dove i Dipartimenti/Distretti non riescano a sopperire ai bisogni della popolazione di riferimento, si potrebbe pensare a un ruolo complementare delle farmacie presso cui somministrare le vaccinazioni rivolte agli anziani, sotto la responsabilità di personale medico. Quanto, infine, al periodo in cui vaccinare la popolazione anziana, nel Position Paper si sottolinea con forza la necessità di superare il concetto della stagionalizzazione dei vaccini. Occorre invece vaccinare durante tutto l’anno, per cui la chiamata attiva deve essere fatta sempre, seguendo una programmazione per coorte di nascita o condizione di rischio. È infine importante ricordare che, come previsto dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2023-2025, la chiamata attiva non può essere vincente se non è accompagnata da un’efficace campagna di comunicazione che deve passare attraverso diversi canali, coinvolgendo tutte le figure che ruotano intorno alla popolazione anziana.
Nella sua riflessione riguardo ai dieci anni di attività di HappyAgeing e alle sfide future, il Direttore Francesco Macchia ha ricordato che: “Quelli delle vaccinazioni della popolazione anziana e della chiamata attiva sono solo due dei temi su cui HappyAgeing si è concentrata in questi dieci anni di attività, durante cui abbiamo anche contribuito ad avviare un profondo ripensamento del ruolo degli over 65 nella nostra società. Per il 2024, l’Alleanza Italiana per l’Invecchiamento Attivo intende concentrare il proprio impegno su nuove sfide come quella dell’aderenza terapeutica e della prevenzione di obesità e diabete e su argomenti come l’udito e l’importanza dello screening audiologico. Temi, questi ultimi, che hanno un forte impatto sulla possibilità per gli anziani di vivere non solo una vita in buona salute, ma anche di avere una socialità piena e soddisfacente”.
Il Position Paper “Strategie di chiamata attiva per le vaccinazioni dell’anziano” è stato redatto da Michele Conversano, Direttore Dipartimento di Prevenzione, ASL Taranto e Presidente Comitato Tecnico Scientifico HappyAgeing, e Carmela Russo, Dirigente Medico, Dipartimento di Prevenzione, ASL Taranto. Hanno dato il loro contributo Giulia Degani, Dirigente Medico Referente Prevenzione delle Malattie Infettive e Medicina dei Viaggi, ASU FC – Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale; Sandro Giuffrida, Direttore Dipartimento di Prevenzione e U.O.C. Igiene e Sanità Pubblica, ASP Reggio Calabria; Francesco Marchiori, Responsabile UOS Profilassi Malattie Infettive, Azienda ULSS9 Scaligera; Tecla Mastronuzzi, SIMG Puglia – Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie; Davide Resi, Direttore U.O.C. Prevenzione, Sorveglianza e Controllo delle Malattie Infettive, AUSL di Bologna; Alessandro Rossi, Presidente Nazionale SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle cure primarie; Aldo Savoia, Direttore F.F., Dipartimento di Prevenzione Area Udine, ASU FC – Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale; Francesca Valent, Direttore SOC Igiene e Sanità Pubblica, ASU FC – Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale; Maria Silvia Varalta, Dirigente Medico UOC Servizio Igiene e Sanità Pubblica, Dipartimento di Prevenzione, Azienda Aulss9 Scaligera.
Il Presidente SIMG e i rappresentanti delle Regioni che hanno contribuito al lavoro sono stati anche tra gli invitati al convegno, insieme a Francesco Vaia, Direttore Generale della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute; Carmela Russo, Dirigente Medico, Dipartimento di Prevenzione, ASL Taranto; Andrea Silenzi, Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria, Ministero della Salute, Sen. Ignazio Zullo, Intergruppo Parlamentare Invecchiamento Attivo, e On. Paolo Ciani, Intergruppo Parlamentare Invecchiamento Attivo.