Classicamente associato ai bambini piccoli il vaccino DTPa è molto importante per prevenire le conseguenze di queste malattie anche nell’anziano
Tre malattie che i più giovani non ricordano (o addirittura non conoscono) ma di cui, forse, chi ha qualche anno in più conserva memoria: sono rispettivamente difterite, tetano e pertosse, diverse nella presentazione clinica ma tutte ugualmente pericolose, non soltanto per i bambini più piccoli, il cui sistema immunitario non è ancora aggiornato contro gli agenti eziologici responsabili di queste malattie, ma anche per le persone più anziane nelle quali un basso livello di immunizzazione non consente di rispondere adeguatamente all’infezione. Per fortuna esiste il vaccino anti-Difterite-Tetano-Pertosse acellulare (DTPa) con cui ci si protegge dalle conseguenze di un’infezione che, in alcuni casi, potrebbe avere conseguenze fatali.
Proprio perché non tutti hanno chiara in mente l’entità dei sintomi suscitati da difterite, tetano e pertosse è opportuno fare luce su che tipo di malattie siano e cosa comportino. Per poterle inquadrare al meglio ci siamo rivolti al prof. Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene all’Università di Padova e Presidente della Sezione Triveneto della Società Italiana di Igiene Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (SITI).
DIFTERITE
La difterite è una patologia provocata dal batterio Corynebacterium diphtheriae che produce una tossina in grado di causare danni agli organi e ai tessuti. Le complicanze principalmente associate alla difterite sono di tipo cardiologico e neurologico: nei casi estremi possono insorgere miocarditi o neuropatie che conducono alla paralisi e alla morte. “In Italia l’ultimo caso di difterite risale all’anno 1996 e tale risultato è stato raggiunto grazie ad una elevata copertura vaccinale”, precisa Baldo. “Tuttavia, bisogna stare allerta in quanto il microrganismo non è stato eradicato e pertanto, come avvenuto nel passato, potrebbe ripresentarsi nella sua forma più pericolosa associata alla produzione della tossina”.
TETANO
Trisma (una prolungata contrattura dei muscoli della masticazione), rigidità dei muscoli del collo e del dorso, vertigini, irrequietezza ma soprattutto spasmi e convulsioni dolorose. Sono questi i sintomi del tetano, una malattia provocata dal batterio Clostridium tetani, il quale produce una tossina che danneggia in modo particolare il sistema nervoso. “Questo batterio è normalmente presente nell’intestino dei mammiferi e viene eliminato con le feci, si trasforma nella forma non vitale (detta spora) e può sopravvivere anche per anni nel terreno”, spiega Baldo. “Attraverso le ferite può penetrare nell’organismo umano e in condizioni opportune (specialmente per le ferite sporche e con tessuti danneggiati con scarso apporto di sangue e quindi privi di ossigeno), ritorna a replicarsi, producendo la tossina. In Italia abbiamo circa 30-40 casi di tetano all’anno che si manifestano prevalentemente nei soggetti anziani di sesso femminile. La maggioranza dei casi registrati riguarda soggetti non vaccinati”.
PERTOSSE
Ultima ma non meno importante di questo terzetto è la pertosse, provocata dal batterio Bordetella pertussis, molto contagiosa e caratterizzata da tosse persistente, inizialmente associata a naso che cola, problematiche delle vie respiratore e febbricola. Al culmine la malattia presenta attacchi spasmodici di tosse ed è associata a gravi polmoniti che nei bambini più piccoli possono portare alla morte. “La pertosse viene inserita tra le malattie infantili e colpisce in modo prevalente bambini sotto i 5 anni”, precisa Baldo. “L’elevata copertura vaccinale raggiunta nei bambini ha permesso una riduzione sostanziale dei casi di malattia ma purtroppo l’immunità non è permanente e pertanto, come per le altre due patologie, è necessario effettuare ogni 10 anni la dose di richiamo del vaccino. La vaccinazione è raccomandata in special modo nell’anziano che, inconsapevolmente, potrebbe infettare il bambino sotto l’anno di età nel quale non è ancora completata la vaccinazione, mettendolo anche in pericolo di vita”.
Nel caso della pertosse si assiste, dunque, a uno stravolgimento delle dinamiche apprese con il virus SARS-CoV-2 dove gli individui più giovani possono essere più facilmente veicolo della malattia verso gli anziani, il cui sistema immunitario più fragile fatica a rispondere all’infezione.
VACCINO DTPa
“Il vaccino DTPa (difterite, tetano e pertosse acellulare) è costituito dalle componenti antigeniche più importanti dei tre microrganismi ovvero le tossine inattivate derivate da Corynebacterium diphtheriae, Clostridium tetani e Bordetella pertussis oltre, ad altre frazioni purificate di quest’ultimo organismo”, aggiunge Baldo. “Pertanto, consente di difenderci da tutte e tre le patologie in un colpo solo”. Secondo il Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (PNPV) il vaccino DTPa deve essere somministrato nei primi mesi di vita del bambino (al terzo, al quinti e all’undicesimo mese e poi intorno ai 5-6 anni e agli 11-12 anni) ma, in seguito, è previsto un rinnovo ogni 10 anni dal momento che col tempo lo scudo offerto dagli anticorpi perde di efficacia. “Tramite le dosi di richiamo è possibile innalzare il livello degli anticorpi circolanti che hanno potere inattivante nei confronti delle tossine batteriche”, continua l’esperto padovano. “Esistono due formulazioni del vaccino, il DTPa per i bambini sotto i 7 anni, e il vaccino dTPa per adolescenti e adulti utilizzato nei richiami. Quest’ultimo contiene dosi più basse dei componenti della difterite”.
Ognuna di queste tre malattie prevede uno specifico protocollo di trattamento che comprende le rispettive antitossine, le immunoglobuline o gli antibiotici ma in tutti i casi possono insorgere complicazioni molto gravi che devono riportare alla mente l’importanza della prevenzione; l’immunizzazione raggiunta attraverso il vaccino è il perno del meccanismo di eliminazione della malattia. “Nel caso del tetano è fondamentale valutare lo stato vaccinale del paziente. Infatti, un paziente anziano può non essere mai stato vaccinato contro il tetano e necessitare perciò di due dosi aggiuntive del vaccino dTPa, oltre alla dose necessaria quando si tratta una ferita potenzialmente infetta”, conclude Baldo. “Nel caso della pertosse, invece, la vaccinazione dell’adulto e dell’anziano subito dopo la nascita di un nipotino serve a proteggere anche il piccolo da questa grave malattia”. Un gesto di responsabilità e di altruismo di cui, mai come ora, occorre aver chiaro il significato.
di Enrico Orzes