“Basta con questi messaggi irresponsabili sui temi della salute, in particolare “sulle vaccinazioni. Basta con i vip incompetenti in fatto di medicina, che propagano falsità demenziali approfittando del video o di un microfono”. Questo il parere di Umberto Veronesi, dopo la discussa puntata di Virus andata in onda il 12 maggio su Rai2 e dedicata al tema delle vaccinazioni. “Da medico – ha scritto l’oncologo sul prossimo numero del settimanale Oggi – penso che il mondo scientifico debba rompere gli indugi e scendere fisicamente in campo per contrastare i falsi miti che il mondo antiscientifico, e in particolare il movimento antivaccinazione, continua a diffondere col tam tam dell’allarmismo”.
Veronesi si dice preoccupato perché da anni il movimento contrario ai vaccini sta crescendo, in Italia come all’estero, sfruttando soprattutto la cassa di risonanza del web. “Io rispetto il numero crescente di persone che sceglie questo strumento per informarsi, ma la Rete non sempre ha fondamenti scientifici accreditati”, rimarca lo scienziato nel suo intervento. “La capacità delle vaccinazioni d’interrompere la diffusione delle malattie dipende dal numero delle persone vaccinate – spiega Veronesi – Più persone vengono vaccinate, più è alta la protezione dalla malattia. Tanto che una copertura vaccinale elevata (superiore al 90% della popolazione) contribuisce a proteggere anche chi non è vaccinato, perché riduce il numero delle persone che possono infettarne altre”.
HappyAgeing-Alleanza italiana per l’invecchiamento attivo crede nelle potenzialità dei vaccini e nell’importanza della prevenzione. Per questo motivo siamo impegnati in prima linea per chiedere la piena approvazione del nuovo Piano vaccinale. Un documento che dovrà servire a favorire l’aumento delle immunizzazioni tra gli over65. Esiste infatti un pericolo di cui spesso si parla troppo poco: la polmonite pneumococcica. Una malattia che ogni anno causa oltre 5.000 vittime solo tra gli anziani. Bastano pochi minuti e un’iniezione per evitare lutti inutili e garantire l’invecchiamento in salute ai soggetti più deboli.